"Grazie per questo straordinario entusiasmo, per questa sala stracolma, che ci aiutano a raccogliere l'energia necessaria a governare questa nazione come merita di essere governata e con cui dimostrate di voler ancora camminare insieme a noi per portare questa bella operosa terra ancora più in alto nei prossimi anni": la presidente del Consiglio e leader di FdI Giorgia Meloni lo ha detto a Padova al comizio a sostegno del leghista Alberto Stefani, candidato del centrodestra alla presidenza del Veneto. "Grazie per condividere con noi questa battaglia, per accompagnare nella corsa Alberto Stefani, per voler garantire al Veneto altri anni di buon governo in questo passaggio di testimone da Luca Zaia ad Alberto Stefani", ha aggiunto la premier.
Meloni ha sottolineato anche l'importanza di avere un partito unito alle spalle: "Un ringraziamento particolare a FdI, lo dico qui: se non avessi alle spalle il partito coeso e generoso che ho l'onore di guidare non potrei fare il mio lavoro come lo faccio. Grazie ai militanti, dirigenti e simpatizzanti di FdI". Dopodiché ha assicurato: "L'Italia è tornata seria ed affidabile non solo perché noi difendiamo su tutto l'interesse nazionale italiano ma anche perché siamo consapevoli della grande Nazione che rappresentiamo e non consentiamo a nessuno di metterle i piedi in testa". In un secondo momento ha ricordato anche che all'inizio "dicevano che FdI non avrebbe raggiunto il 5%: l'ultimo sondaggio ci dà al 31,4%, il dato più alto di sempre, mai accaduto da quando ci sono i sondaggi dopo tre anni di governo". E ancora: "Dicevano che non saremmo durati più di sei mesi, siamo il terzo più longevo della repubblica italiana su 68".
Tanti i risultati raggiunti e rivendicati dalla premier. "Dicevano che avremmo favorito gli evasori, e invece sono due anni che registriamo dati record sul recupero dell'evasione ma non l'abbiamo fatto vessando i cittadini onesti", ha detto. Mentre sulla sinistra: "Noi siamo in una nazione nella quale i nostri avversari sperano che le cose vadano male, non importa se gli italiani lo pagheranno, loro sperano che le cose vadano male perché alla fine preferiscono magari avere l'opportunità di governare sulle macerie piuttosto che stare all'opposizione in una nazione che cresce. Un'altra importante differenza con noi”.
La presidente del Consiglio ha fatto notare, inoltre, che il centrodestra "non è un'alleanza di comodo tenuta insieme dalla colla scadente dell'interesse. Non è un cartello elettorale, ma è una comunità umana politica di idee, di valori, di destino. È fatta di gente che è fiera di stare su questo palco, di lavorare spalla a spalla per dare risposte ai propri cittadini. Penso che questo faccia la differenza e penso che questo sia quello che ci consente di fare il nostro lavoro come lo facciamo ed è quello che ci ha permesso di stravolgere tutti i pronostici dei nostri avversari". Con il governo Meloni, ha rimarcato la stessa premier, l'Italia è tornata a essere un Paese attraente: "Viviamo in una Nazione con la quale tutti vogliono stringere accordi, cosa che ci ha permesso negli ultimi tre anni di attrarre circa 80 miliardi di euro di investimenti esteri in Italia".
Spazio anche alla manovra. "Continuiamo a investire sulle priorità che ci siamo dati, famiglia, natalità, salari, potere d'acquisto, taglio delle tasse, sostegno alle imprese che investono" e "abbiamo coperto queste misure anche con un corposo contributo da parte delle banche e delle assicurazioni, un tempo diverso da quello in cui governava la sinistra quando i soldi venivano presi dai lavoratori e regalati alle banche", ha detto la presidente del Consiglio. E ancora: "Non dimentichiamo i decreti salva-banche ma neanche il superbonus, c'è chi ha buttato dalla finestra i soldi degli italiani".
Una stoccata, poi, a chi vuole la patrimoniale: "Se i ricchi sono coloro che guadagnano fino ai 50mila, andate a votare, e lasciateli all'opposizione con le loro ricette tardo comuniste", ha affermato la premier. Che ha lanciato anche un'altra frecciata alla sinistra: "Dicevano che con il nostro governo le donne sarebbero state dietro agli uomini... Ma la parità che la sinistra invocava la stiamo costruendo noi, perché, come ho detto tante volte, parità non è farsi chiamare presidenta, assessora o falegnama. La parità vuol dire non dover scegliere tra avere un posto di lavoro e poter mettere al mondo un bambino. Questa è la parità e siamo stati noi a investire miliardi su questo obiettivo".
Riferendosi al prossimo sciopero, in programma venerdì 28 novembre, Meloni ha fatto notare: "La Cgil ha risposto con un nuovo sciopero generale" ai rinnovi contrattuali, "il settimo in tre anni rigorosamente di venerdì perché la rivoluzione nel weekend esce meglio". Sulla riforma della giustizia: "Dopo decenni di tentativi falliti siamo riusciti ad approvare una riforma che può cambiare le cose, che prevede la separazione delle carriere tra giudice e pubblico ministero, che significa rafforzare la terzietà del giudice e quindi significa un processo più giusto; che prevede l'istituzione dell'alta Corte disciplinare, che significa che quando un magistrato sbaglia ci sarà finalmente un organo terzo a giudicarlo; e che prevede il sorteggio per i membri del Csm, che significa liberare i magistrati dal peso delle correnti politicizzate e restituire centralità al merito".
Poi sulle ultime polemiche legate proprio alla riforma e al referendum, la premier ha detto: "L'opposizione non sa più cosa inventarsi per avvelenare i pozzi" e "alcuni giornalisti si sono dovuti inventare le finte dichiarazioni di Falcone e Borsellino: fate la vostra battaglia senza sconti ma non strumentalizzate gli eroi di questa nazione, a loro dobbiamo inchinarci, di grazia lasciateli stare". E a proposito del referendum, ha fatto un appello: "Non vi fate fregare e andate a votare guardando il contenuto della riforma. Cercheranno di convincervi di tutto, che se voi andate a votare è un referendum sul governo, la Meloni 'si'' la Meloni 'no': guardate, il governo rimane in carica fino alla fine della legislatura, metteremo anche questo record".