Le parole di Beppe Sala sui poteri speciali alla Città Metropolitana di Milano - «Se c’è la legge per Roma Capitale, mi sembra naturale che ce ne sia una anche per Milano» -, si possono commentare in due modi. Il più immediato è quello di dire che, finalmente, anche lui si è accorto dei benefici dell’Autonomia. Riforma che pure il primo cittadino ha ostacolato in tutti i modi possibili. A Sala lo hanno ricordato ieri due leghisti di primissimo piano come Matteo Salvini e Attilio Fontana, rispettivamente vicepremier e segretario del Carroccio; e governatore di Regione Lombardia. «Io sono a favore di qualsiasi aiuto alle autonomie locali, siano i Comuni o siano le Regioni - ha spiegato Salvini -. Quindi fa strano che il sindaco voglia più poteri per Milano e contrasti l’autonomia per la Lombardia. Si metta d’accordo con sé stesso».
Idem Fontana: «Ritenevo assurdo che il sindaco Sala si opponesse per una maggiore autonomia in Regione e la volesse per i Comuni. Io sono autonomista sempre e sono assolutamente coerente con i discorsi che faccio. Sono convinto che sia necessario dare più autonomia anche a Milano».
Poi c’è un altro modo di commentare le parole del sindaco di Milano. Ed è quello di sfidare politicamente lui e una parte del Pd - tra tutti il presidente del partito in Lombardia, Emilio Del Bono e la segretaria regionale, Silvia Roggiani - a supportare coi fatti, la battaglia che al Senato sta facendo la Lega col suo capogruppo Massimiliano Romeo, che una legge per dare poteri speciali Milano, sul modello di quella per Roma, l’ha depositata per davvero, non solo a parole. «Sono lieto di sentire che anche il sindaco Sala, pubblicamente, si dichiari favorevole. Bene, benissimo - spiega il segretario regionale leghista Massimiliano Romeo -. Noi come Lega ci siamo già mossi, aspettiamo gli altri esponenti milanesi, lui per primo, e li invitiamo a unirsi a noi in questa battaglia politica per dare poteri speciali a Milano». Ed è qui che sta la sfida. Nello spogliarsi dei panni politici per vestire quelli di milanesi che vogliono bene alla propria città. Un sostegno che deve mettere da parte quelle distinzioni odiose, tipiche del politichese, che solitamente hanno solo lo scopo di far naufragare iniziative come questa.
In conclusione per Sala e per quegli esponenti del Partito democratico che si sono detti a favore di questi poteri speciali per Milano, è arrivato il momento di giocare a carte scoperte: stare con l’Autonomia, non solo di Milano, ma di tutti quelli che la chiedono, o tradirla. Sta a loro decidere da che parte stare.




