In un’intervista rilasciata al quotidiano "Il Foglio" del 28 novembre 2025, il generale Roberto Vannacci, vicesegretario della Lega, commenta con tono sereno e fiducioso i risultati delle elezioni regionali in Veneto e le voci di tensioni interne al partito dopo il trionfo di Luca Zaia, che ha ottenuto oltre 200 mila preferenze personali .Vannacci minimizza ogni possibile contrasto e sottolinea con decisione l’importanza dei numeri: “Io non sono per niente preoccupato”. “In politica contano i voti e io i voti li ho”.
Ricorda infatti di aver ottenuto “oltre mezzo milione di voti alle ultime europee” e, nello specifico in Veneto, “72 mila, senza essere veneto e senza fare campagna elettorale”. “Zaia? Io in Veneto ho preso 72mila voti alle europee, senza fare campagna elettorale”, ribadisce il generale, lasciando intendere che il suo peso elettorale resta significativo anche in una regione storicamente ostica per il suo profilo.Riguardo al successo del governatore veneto, che ha portato la Lega a una vittoria schiacciante con un programma più moderato, centrato su autonomia, territorio e meno enfasi sulla “remigrazione”, Vannacci si dice “molto contento”.
“La cosa importante è il risultato ed è andata benissimo”. “Io sono stato in Veneto per ben due volte. Ho dato il mio apporto”, aggiunge, mostrando di non voler entrare in competizione diretta con Zaia. Infine riconosce l’esistenza di anime diverse all’interno della Lega – quella nordista, identitaria e autonomista, e quella sovranista nazionale – ma la considera una ricchezza: “Questo è il bello della Lega, la pluralità, ed è sempre stato così. Io ho le mie posizioni, le rivendico e le porto avanti. Nel partito ci sono filoni di pensiero diversi che, pur riferendosi a principi unici, vengono declinati in vari modi”.