"Notizie che arrivano da oltre 50 città sono molto positive. Piazze riempite e fabbriche svuotate". Festeggia, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dal palco in piazza del Carmine a Firenze dove si concude la manifestazione regionale per l'ennesimo sciopero generale indetto dal sindacato, questa volta contro la manovra finanziaria del governo.
"La maggioranza dei lavoratori, delle lavoratrici e dei pensionati oggi è in piazza - assicura Landini - e questo vuol dire che questo governo non rappresenta la maggioranza e la volontà dei cittadini del nostro Paese". Secondo il segretario generale della Cgil, "questa è una manovra che da una parte assume i vincoli dell'austerità europea e dall'altra dice che l'unico investimento pubblico che sarà fatto nei prossimi anni sarà un investimento per il riarmo".
Quindi interviene sulla questione che più sembra preoccupare la sinistra italiana, la vendita di Repubblica, e lo fa senza mai citare l'artefice dell'operazione John Elkann, chiamando però in causa il governo di Giorgia Meloni. "Oggi nelle nostre manifestazioni in tutta Italia daremo voce anche ai giornalisti di Repubblica e La Stampa, perché pensiamo che quello che sta succedendo è un tentativo esplicito di mettere in discussione la libertà di stampa e la possibilità concreta di proseguire e di fare serie politiche industriali".
"Abbiamo imprese e imprenditori che, dopo aver fatto i profitti, chiudono le imprese e se ne vogliono andare dal Paese per usare i soldi, la ricchezza prodotta da chi lavora, da altre parti". Ecco, chiede Landini, "quelli che fanno i patrioti dove sono? Stanno difendendo chi? Difendono quelli che pagano le tasse che tengono in piedi il Paese o difendono quelli che chiudono le aziende e investono da un'altra parte?".
Sulla manovra, che dovrebbe essere il centro della protesta, Landini sottolinea come in Italia la tassazione su lavoro dipendente e pensionati sia "più alta che sulla rendita finanziaria e immobiliare". E rilancia la patrimoniale sulle ricchezze oltre i 2 milioni di euro. Una tassa dell'1,3% che riguarderebbe 500mila italiani e che genererebbe un gettito di 26 miliardi da utilizzare per finanziare sanità, scuola e welfare. "Per poter investire nella sanità e nella scuola, per poter fare le assunzioni di medici e infermieri e stabilizzare i precari c'è bisogno di investimenti pubblici - ha aggiunto - i soldi devi andarli a prendere dove sono. Noi abbiamo avanzato proposte di riforma fiscale, partendo dal fatto che tutto deve tornare a essere progressivo".
Per il leader sindacale "il lavoro deve avere diritti, basta sfruttamento" e la mobilitazione di oggi dimostra che "c'è la maggioranza di questo Paese, del mondo che lavora, che chiede un cambiamento delle politiche economiche e sociali". "Queste piazze - conclude - dimostrano che il governo non ha il consenso della maggioranza del Paese e che il Paese reale chiede al Parlamento e al governo dei cambiamenti veri. Quando ci raccontano che tutto andrebbe bene, perché sta aumentando l'occupazione, anche qui dobbiamo dire la verità: stanno raccontando un mondo di balle. L'unica occupazione vera che cresce riguarda le persone che hanno più di 50 anni e non è che improvvisamente vogliono continuare a lavorare. Semplicemente non possono più andare in pensione".