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Trieste: in un magazzino i cimeli del vento, diventera' il Museo della Bora (3)

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Cronaca

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(Adnkronos) - Non mancano le vecchie corde a cui aggrapparsi, che erano collocate lungo le strade piu' battute dal vento, e la macchina sparavento, un oggetto di plastica che spara l'aria per vedere l'effetto che fa. Ma ecco un filmato di Gianni Alberto Vitrotti, che fu premiato nella sezione documentari alla Biennale di Venezia del 1953. E poi lo spazio in cui si puo' scoprire come si misura la velocita' del vento, quali sono i venti del Mediterraneo e naturalmente da dove arriva e cosa combina la bora, svelandone caratteristiche e curiosita'. Una attenzione particolare e' dedicata a come si possa giocare con il vento durante laboratori dedicati ai bambini e non solo. I piccoli possono realizzare girandole e altro, per preparare al meglio 'Girandolart', la festa del vento e della fantasia lanciata anni fa dall'associazione. Accadde la prima volta nel settembre del 2000, quando l'Associazione Museo della Bora e del Vento insieme all'Assessorato alla cultura del Comune di Trieste organizzo' la grande festa delle girandole, creando un incontro tra l'Associazione, il vento e la citta' Ma ecco come scriveva della bora un esperto studioso ormai scomparso, Silvio Polli. ''La bora di Trieste e' un vento continentale secco e freddo che scende, con violenza, dall'Altopiano carsico al mare soprattutto nella stagione invernale. Essa e' dovuta essenzialmente alla configurazione geografica molto particolare della citta'. Trieste e' infatti situata fra l'estremita' di un mare relativamente caldo, che si inoltra nel continente, e un elevato e freddo retroterra con un valico aperto sul golfo della citta'". (segue)

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