Allarme degli esperti: l'Autoritratto di Leonardo è gravemente lesionato
Cultura
Roma, 20 mar. (Adnkronos) - 'L'Autoritratto' di Leonardo Da Vinci, considerato dagli storici dell'arte e dal grande pubblico uno dei più grandi capolavori di tutti i tempi, è gravemente 'malato' e necessita di cure urgenti perché non vada danneggiato irreparabilmente. E' il risultato di un'eccezionale indagine diagnostica ed analitica, non distruttiva, presentata oggi a Roma dagli esperti dell'Istituto Centrale per il restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario. Lo studio, durato un mese e mezzo circa, puntava ad individuare lo stato di salute dell'opera, ed è stato reso possibile grazie ad un evento straordinario: chiuso in una cassa ignifuga ammortizzata e capace di reggere temperature di 200 gradi, il celebre disegno ha infatti lasciato la 'Venaria Reale', dove si trovava, alla volta della Capitale per essere sottoposto all'indagine. Il risultato è che il lavoro di Leonardo presenta diffuse macchie di 'foxing', le macchie brune di ossidazione dovute alla ruggine e all'invecchiamento. Proprio queste ossidazioni biologiche dalla caratteristica pigmentazione bruno-rossastra o bruno-giallastra hanno provocato la corrosione delle fibre di cellulosa e un conseguente indebolimento del supporto. "Fare le analisi a Roma ha comportato una spesa notevole, ed è stato un felice risultato della mostra di Torino per il 150mo dell'Unità d'Italia", dice Maria Cristina Misiti, direttore dell'Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario. Per lo studio sono state usate apparecchiature molto avanzate: "Prima di effettuare qualunque intervento fisico di restauro sull'opera - spiega Misiti - è stato fatto ogni possibile tipo di indagine, con la fluorescenza, raggi X, con il microscopio a scansione elettronica, e così via". I risultati non sono incoraggianti. "Il disegno è gravemente degradato - ammette il direttore dell'Istituto - Il processo di degrado è antico, risalente ai primi del '900. Da fonti di archivio si sa che in quegli anni, '29-'30, è stato affisso al muro, e il male estremo che ha subito è la luce. Questo ha provocato delle lesioni chimiche che sembrano come delle bruciature". "Il binomio altissima tecnologia-eccellenza scientifica è quello che ha reso possibile quest'operazione - dice all'ADNKRONOS Antonia Pasqua Recchia - ed è quello che ci aiuterà a superare l'attuale fase di crisi, perché l'innovazione tecnologica, la competenza scientifica e l'eccellenza nella conservazione del patrimonio sono dei punti di forza del nostro paese. E' importante ribadirlo: in Italia sappiamo fare le cose bene ed occorre fare forza su questo concetto". Le indagini hanno portato alla luce anche tante curiosità sul capolavoro leonardesco. Forse proprio per fornire all'opera un rinforzo, la superficie dell'opera era stata spennellata su entrambi i lati con un composto di colla d'amido. il microscopio ha anche permesso di osservare che la carta sulla quale è ritratta l'effige del Maestro in veneranda età è compatibile con una datazione compresa tra la fine del '400 e l'inizio del '500 e che è stata fabbricata con fibre di canapa e lino e con alcuni frammenti di lana colorata. Questo fa pensare che non si tratti di un prodotto di prima qualità, cosa tutt'altro che anomala per Leonardo, che era solito disegnare su carte di vario tipo, e quindi che il colore originario del foglio non potesse essere il bianco nitido. Gli esami hanno anche evidenziato la presenza, su tutto il perimetro del foglio, di adesivo con il quale il lavoro era fissato al passepartout. Il disegno resterà a Roma per circa 30 giorni, e sul suo futuro, e sul tipo di possibile restauro, ci si interrogherà in un workshop appositamente organizzato nella Capitale per la fine di giugno.