Mafia: Foggia, in protezione boss coinvolti anche barbiere e maresciallo Esercito (2)
Cronaca
(Adnkronos) - Sono 19 i fermi di indiziato di delitto eseguiti, secondo quanto reso noto dalla Dda di Bari, nei confronti di altrettante persone che con metodi mafiosi avrebbero agevolato l'attivita' del clan Li Bergolis: sono accusate di estorsione, porto e detenzione abusiva di armi, favoreggiamento personale, procurata inosservanza di pena ed altri gravi reati. Le relazioni mafiose e familiari includevano nella rete tutti coloro che, anche senza avere il profilo dell'affiliato, potevano essere utili a garantire la latitanza di Francesco li Bergolis (catturato il 26 settembre 2010) e, poi, del boss Giuseppe Pacilli (catturato il 13 maggio 2011) e ad assicurare non solo che non fossero catturati, ma che potessero avere durante la latitanza una vita con tutti i confort anche li' dove la masserie che li ospitavano non erano strutturalmente adeguate. I proprietari delle strutture alberghiere e private che hanno protetto Pacilli erano preoccupati di garantire al boss non solo gli agi di una vita 'normale' (dall'abbigliamento firmato, al cibo raffinato, all'acqua calda), ma che continuasse a mantenere rapporti con la sua famiglia, fratelli e sorelle, moglie e figli, ma anche l'ex compagna dalla quale aveva avuto dei figli. Sono stati trovati veri e propri pizzini nei quali il boss raccontava le sue disavventure (gli scampati blitz, anche grazie al ragliare di un asino) o le preoccupazioni per le persone alle quali voleva bene e dalle quali era distante. (segue)