Rinnovabili: rappresentanti settore, sistema da riequilibrare per garantire competitivita'
Economia
Roma, 30 mar. - (Adnkronos) - Maggiore indipendenza energetica, piu' efficienza, prezzi piu' bassi e, soprattutto, un meccanismo di incentivi alle fonti di energia rinnovabili da riequilibrare, al quale aggiungere un nuovo piano energetico nazionale che definisca strategie di lungo periodo consentendo all'Italia di essere piu' competitiva e indipendente. Lo chiedono i protagonisti del settore che si sono riuniti nella III Conferenza di diritto dell'energia promossa dal Gse e dall'Universita' di Roma Tre. Le prime stime del 2011 fornite da Nando Pasquali, amministratore delegato del Gestore dei Servizi Energetici, parlano di una potenza installata da fonti rinnovabili di oltre 41.000 Mw e di una produzione di circa 84.000 Gwh, mentre il numero di impianti in esercizio e' di 360mila unita', per un valore di incentivi erogati nel 2011 di circa 8 miliardi. ''Il grande sviluppo delle rinnovabili in Italia - spiega Pasquali- ha fatto si' che, dal punto di vista degli obiettivi europei, il nostro Paese si portasse molto avanti nel settore elettrico. Su un obiettivo del 26,39% al 2020, nel 2011 abbiamo raggiunto circa il 24% di consumo interno lordo coperto da fonti rinnovabili. Un dato che fa pensare al fatto che l'obiettivo sara' raggiunto anche prima del 2020". Non mancano pero' le criticita', tra cui ''la necessita' di ripensare il sistema di governance delle energie rinnovabili facendo chiarezza sul riparto di competenze tra Stato e Regioni, superando i limiti della disciplina vigente e il ruolo dell'Autorita' dell'energia quale mero esattore presso il consumatore finale delle risorse destinate al finanziamento dei contributi pubblici", spiega Napolitano, professore di Istituzioni di Diritto Pubblico dell'Universita' di Roma Tre, ma anche rafforzare la capacita' di 'presa' degli strumenti di programmazione pubblica, di rendere piu' efficaci gli strumenti di semplificazione, come l'autorizzazione unica e la conferenza di servizi, "di ridurre l'ambito delle decisioni politiche discrezionali in ordine al livello di incentivi e il loro grado di opacita' e di incertezza. Questo perche' e' necessario ripensare la politica degli incentivi '', aggiunge Andrea Zoppini, professore di Istituzioni di Diritto Privato di Roma Tre e sottosegretario alla Giustizia.