Il libro/ L'Italia si è arresa
all'invasione degli stranieri
È inlibreria “L'Invasione. Come glistranieri ci stanno conquistando e noi ci arrendiamo”, il libro diFrancesco Borgonovo con il vicedirettore di Libero Gianluigi Paragone(Aliberti, pp. 208, euro 15), di cui anticipiamo parte del primo capitolo. Neltesto, gli autori raccontano la realtà dell'immigrazione nel nostro Paese e leconseguenze che porta sul piano sociale (con particolare attenzione allasicurezza) e culturale. Cercando di sfatare tutti i luoghi comuni imposti dalpoliticamente corretto. La svegliaè suonata al pomeriggio, come quella che puntano i ragazzi dopo una lunga nottetrascorsa fra le luci e i fumi della discoteca. Così – con la testa pesante ele gambe molli di chi ha ballato fino alle cinque di mattina con una bella dosedi alcol in corpo, la bocca impastata e gli occhi arrossati – si è svegliato ilNord intorno alle 15 di sabato 3 gennaio 2009. Non era preparato al colpo, lascena gli ha bloccato per un attimo il respiro nel petto. La piazza del Duomodi Milano, la smisurata distesa grigia che si apre davanti a una dellecattedrali più straordinarie del mondo, era interamente occupata da uomini inpreghiera. Solo che non erano cattolici riuniti in occasione delle festivitànatalizie non ancora concluse. Centinaiadi persone senza scarpe, le ginocchia poggiate sul ciottolato duro, da cui leseparava alla meno peggio un tappeto sottile o uno stralcio di stoffa simile aun asciugamano, piegavano la schiena rivolte alla Mecca. Proprio di fronte auno dei simboli maestosi del cristianesimo – con il corpo di tre quartirispetto alla chiesa – decine e decine di musulmani si inchinavano ad Allah.Tra un corpo e l'altro non correvano che pochi centimetri, nessuno avrebbepotuto attraversare la piazza. Tutt'intorno, sotto i portici, all'entrata deinegozi e ai tavoli dei bar, i milanesi e i turisti guardavano attoniti, non sicapacitavano di quanto stava accadendo, non riuscivano a commentare. (…) Macome è potuto accadere? Come è possibile che, mentre i cattolici disertano innumero sempre maggiore la messa ogni domenica, una folla impressionante dimusulmani si sia data appuntamento nel cuore di Milano, la città piùrappresentativa, quasi la capitale di quello che chiamiamo Nord, e l'abbiautilizzata come l'interno di una moschea? (…) Perché non ci siamo accorti dinulla, non abbiamo notato che attorno a noi qualcosa stava succedendo, cheerano in corso fenomeni di enorme portata? Semplice:abbiamo creduto che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi. Che il problemadell'immigrazione si risolvesse da solo o che fosse qualcosa di nongovernabile. Del resto, giornalisti e intellettuali liberal ci hanno ripetutoper anni che non c'era nulla di male nell'accogliere un numero sempre maggioredi stranieri. Che la cultura sopravvive e si rinnova solo quando si trasformain melting pot, si ibrida, si fonde con le altre. Nei salotti e nelleaccademie, forse, sarà vero. Ma nellecittà che cambiano volto la massa sempre crescente di immigrati regolari e,soprattutto, clandestini, porta con sé situazioni difficili da sopportare: nonsolo la cancellazione di larga parte della nostra cultura, ma anche la crescitadella criminalità, degli scippi, dei furti, delle violenze, della prostituzionee, nel peggiore dei casi, il diffondersi del terrorismo internazionale. Tuttiproblemi di cui a fare le spese non sono, per ora, i suddetti intellettuali ele grandi firme dei quotidiani progressisti, ma le persone che ogni giorno – eogni sera – devono camminare per strada. Vittime lo sono anche gli immigratiregolari e onesti che devono fare una doppia fatica per liberarsi daipregiudizi che li colpiscono e condurre un'esistenza normale, trovare unimpiego e una casa. Su questotipo di ricadute non abbiamo riflettuto. Abbiamo continuato a ripeterci che lavita procedeva come al solito. (…) E mentre ci illudevamo, i crimini, i furti,le violenze, gli stupri aumentavano. Noi ci illudevamo e il tasso diimmigrazione nel Nord raggiungeva livelli mai visti. Noi ci illudevamo ecentinaia di musulmani si organizzavano, sfilavano per le strade di Milanocriticando gli interventi militari di Israele – Stato del quale bruciavano lebandiere invocandone la cancellazione dalla faccia della Terra – e poi siinchinavano per pregare Allah in piazza del Duomo, appropriandosi del cuoredella nostra cultura. Tutto eradavanti ai nostri occhi e non ci siamo accorti di nulla. Noi ci illudevamo el'invasione era già iniziata. Gianluigi Paragone Francesco Borgonovo