Calcio, Tavecchio snellisce la serie A e mette i paletti agli extracomunitari
Riduzione dei campionati e delle rose, maggiore valorizzazione dei vivai ed extracomunitari con un 'curriculum'. E ancora multiproprietà, fair play finanziario e sviluppo del calcio femminile. La Figc apre il suo cantiere per riformare il calcio italiano. I lavori sono appena iniziati, ma si spera che almeno una parte delle 'operè da realizzare vedano la luce già dalla prossima stagione. Il primo passo avanti è stato compiuto con la presentazione al consiglio federale della bozza di riforma ideata da Claudio Lotito. Dopo la parentesi accompagnata da non poche polemiche con la Nazionale, il presidente della Lazio e 'spin doctor' del presidente federale Carlo Tavecchio si è calato nei panni del delegato alle riforme per illustrare alle varie componenti il lavoro svolto in questa prima fase della sua carica. «È l'inizio della nuova governance federale, apriamo una nuova stagione che è quella delle riforme, della modernizzazione e dell'organizzazione della federazione, per quanto mi riguarda con criteri moderni e sburocratizzati», ha evidenziato Tavecchio al termine del secondo consiglio da lui presieduto e che ha anche provveduto a nominare Michele Uva nuovo dg al posto di Antonello Valentini. Rose snelle - I tanti temi sul tavolo dovranno ora passare al vaglio delle leghe, che a loro volta potranno suggerire le modifiche da compiere. Saranno proprio questi passaggi a dettare l'agenda, anche se su alcune questioni la volontà è quella di passare dalle parole ai fatti in tempi relativamente brevi. «La riduzione delle rose cercheremo di farla entrare in vigore già dal prossimo campionato, accompagnando gradualmente quei club che hanno una rosa extralarge», ha spiegato l'onnipresente Lotito, seduto al fianco di Tavecchio in conferenza stampa. L'ipotesi è quella di scendere gradualmente a rose con massimo 25 giocatori di cui 8 provenienti dal vivaio (4 cresciuti nel club e altrettanti nel vivaio nazionale). «Metteremo le singole società in condizione di poter smaltire l'organico che hanno», ha spiegato Lotito, evidenziando come le società iscritte alle coppe europee abbiano già diminuito la loro rosa. Squadre dimezzate - Altro tema caldo è quello della riduzione del numero delle squadre, anche se in questo caso la strada si preannuncia più lunga e tortuosa. L'obiettivo è quello di arrivare nell'arco del triennio a una serie A a 18 squadre, a una B a 18-20 e una Lega Pro ancora più 'magra' rispetto alle 60 società attualmente iscritte. «Ogni tanto ci sono club che saltano e vogliamo evitare un campionato all'insegna della precarietà», ha spiegato Lotito. «La riforma dei campionati è la madre di tutte le battaglie. È inutile che ci giriamo intorno da anni e non concretizziamo niente. La riduzione dei club sta nelle cose, non nelle chiacchiere», gli ha fatto eco Tavecchio. Che il percorso non sia facile, lo testimoniano le parole di Mario Macalli: «La mia riforma è appena partita, posso andare da un presidente domani mattina e dirgli che 24 le mandiamo via? Se stiamo scherzando va bene», ha fatto notare il n.1 della Lega Pro e vicepresidente federale. Made in Italy - Fra le priorità vi è anche la questione degli extracomunitari, legata a filo doppio a quella della tutela del 'made in Italy'. La parola d'ordine è: meno stranieri e di qualità. Resta il limite dei due extracomunitari che però dovranno avere un «curriculum da individuare e stabilire», ha spiegato Tavecchio, che a riguardo ha evidenziato la «grande apertura della Lega A perché andiamo a mettere naso nelle loro scelte». «Ora -ha spiegato il nuovo inquilino di via Allegri- si farà un curriculum d'idoneità che tenga conto delle partecipazione alle nazionali, ai campionati professionistici o a progetti di qualità dei paesi da cui provengono». In cantiere vi è anche l'adozione del fair play finanziario mutuato da quello Uefa, il rilancio del calcio femminile con un campionato d'elite a 12 squadre associate ai grandi club («Questa è l'unica possibilità per recuperare il mondo delle donne, che va valorizzato e incentivato», ha detto Tavecchio) e la regolamentazione delle multiproprietà, un tema particolarmente caro a Lotito nella doppia veste di patron della Lazio e della Salernitana.