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Biotech: l'eccellenza italianacon un respiro internazionale

Inaugurato il Centro di Ricerche Biomediche a San Felice del Benaco, dove verrà svolta attività di ricerca per la diagnosi di malattie genetiche rare. Ma il futuro ha in serbo molto di più…

Maria Rita Montebelli
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È nato in Italia un nuovo polo di riferimento europeo per la ricerca farmacologica indipendente e lo sviluppo di biotecnologie al servizio di malattie genetiche rare e neglette. Si tratta del Centro di Ricerche Biomediche a San Felice del Benaco, struttura che ospiterà diverse realtà di spicco nel panorama sanitario internazionale: il laboratorio Ebtna-Lab per le biotecnologie, il Gruppo Magi - ensemble che si occupa di ricerca e diagnosi su malattie genetiche rare – e che, attraverso delle specifiche convenzioni per la ricerca, avvierà diverse collaborazioni con l'istituto di genetica dell'università G. D'Annunzio di Chieti-Pescara diretto dal professor Liborio Stuppia, il dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell'università di Perugia diretto dal professor Tommaso Beccari, oltre al laboratorio ‘EyeGene' diretto dal professor Paul Sieving dell'americano National institutes of health. Diversi membri dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), hanno preso parte alla due giorni di inaugurazione – 26 e 27 maggio – che non a caso è stata preceduta dal congresso di Alliance for health promotion, durante il quale è stato posto il focus su quanto deve essere fatto per raggiungere gli obiettivi che proprio l'Oms si è posta da qui a 70 anni. E il ruolo delle biotecnologie sarà fondamentale: “Magi Group è nato 12 anni fa dal progetto di dottorato da me proposto all'Università di Siena – afferma Matteo Bertelli, genetista e presidente di Magi Group – è una realtà connaturata alla ricerca universitaria, che ne condivide appieno i principi di rigore scientifico. Ma a questo aspetto nel corso del tempo si è affiancata anche una grande attenzione a obiettivi umanitari: siamo convinti  che la biotecnologia possa essere uno dei mezzi più potenti per raggiungere traguardi importanti, come l'eradicazione dell'Aids, ma solo a patto di essere avviata anche nei Paesi in via di sviluppo. Per questo motivo – spiega Bertelli – siamo impegnati nell'elaborazione di un position paper da sottoporre all'Oms, con l'obiettivo di inserire il biotech tra i settori da potenziare per il raggiungimento dei grandi obiettivi a 70 anni”. Magi Group è una realtà giovane e lo sono anche i suoi 40 e più dipendenti, tutti under 45. Eppure questo ‘spin off' universitario del corso di biotecnologie dell'ateneo di Siena non solo è attualmente l'unico centro di diagnosi italiano per alcune patologie rare e ultra-rare, ma è anche giunto in meno di un quindicennio ad avere nel proprio portfolio clienti i maggiori policlinici italiani ed europei, e continua a porsi obiettivi di ricerca ambiziosi: oltre agli studi in corso sulla diagnostica in ambito genetico, si stanno infatti avviando indagini sulle cause autoimmuni e sulle terapie per le malattie rare. Uno degli ultimi filoni di ricerca - che vede impegnati i ricercatori di Magi Group in collaborazione con la professoressa Teresa Zelante dell'università degli studi di Perugia - riguarda infatti il microbioma, in estrema sintesi l'insieme dei microrganismi che ospita il nostro corpo. È stato infatti osservato che in alcune malattie rare dove l'infiammazione ha un ruolo importante, particolari  popolazioni batteriche presenti in alcuni individui riescono a mitigare i sintomi, e questo apre interessanti prospettive dal punto di vista terapeutico. “Sono veramente orgoglioso del nostro lavoro – conclude Bertelli – Magi Group è la prova vivente che il settore biotech ha ampie possibilità di sviluppo e che anche in Italia è possibile trovare un terreno fertile per ricerche e progetti innovativi”. (MATILDE SCUDERI)

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