Guardami negli occhi e ti dirò…se avrai la neuropatia diabetica
Questo studio condotto da ricercatori dell'Università Tor Vergata di Roma con la Fondazione G.B. Bietti dimostra che un esame della cornea può consentire di cogliere i segni della neuropatia in fase molto precoce
La neuropatia è una complicanza cronica del diabete, con una prevalenza di circa il 30 per cento nella popolazione diabetica. E' caratterizzata da una costellazione di sintomi con un impatto drammatico sulla qualità della vita. Negli ultimi anni, la ricerca scientifica è sempre più protesa alla scoperta di esami diagnostici e misure validate che consentano di individuare i segni più precoci di neuropatia diabetica al fine di prevenirne l'insorgenza o arrestarne il decorso verso la forma conclamata. La microscopia confocale corneale in vivo rappresenta, in questo senso, una nuova e validata tecnica diagnostica in grado di valutare il danno neuropatico periferico delle piccole fibre nervose corneali, che insorge precocemente nello sviluppo della neuropatia diabetica. L'iperglicemia cronica, ma soprattutto le fluttuazioni glicemiche contribuiscono al danno neuropatico, attraverso l'attivazione dello stress ossidativo. Più recentemente è stata osservata un'alterazione dell'equilibrio sistemico dei metalli associato a stress ossidativo oltre che nelle patologie neurodegenerative anche nel diabete mellito, ma ancora non è definito l'impatto specifico sul sistema nervoso periferico. Pochi dati sono, pertanto, disponibili sull'impatto dei biomarcatori metabolici e di stress ossidativo sui parametri della microscopia confocale corneale. Il nostro gruppo di ricerca ha condotto uno studio osservazionale per valutare il contribuito specifico delle variazioni sistemiche del metabolismo dei metalli essenziali e della variabilità glicemica sulle fibre nervose sensitive periferiche di piccolo calibro, in pazienti affetti da diabete mellito tipo 1, altamente selezionati perché in buon controllo glicemico ed esenti da neuropatia diabetica 'classicamente' diagnosticata. Lo studio è stato condotto in collaborazione con il gruppo di ricerca della Fondazione G.B. Bietti di Roma, che ha effettuato gli esami di microscopia corneale confocale in vivo con valutazione del numero, della lunghezza, il grado di ramificazione, il grado di tortuosità e la densità dei beading delle fibre del plesso nervoso sub-basale corneale. Presso il laboratorio analisi dell'Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina sono state eseguite le misurazioni delle variazioni sistemiche e dell'attività enzimatica di ferro, rame, ceruloplasmina, tranferrina. Tutti i pazienti diabetici sono stati sottoposti a monitoraggio glicemico in continuo, con il calcolo degli indici variabilità glicemica. Nei pazienti diabetici con buon controllo glicemico in assenza di neuropatia diabetica diagnosticata con gli esami strumentali standard, è stata osservata un'alterazione dei livelli di ceruplasmina e transferrina implicati nell'attivazione dello stress ossidativo. La variabilità glicemica e, più fortemente, la variazione sistemica dei metalli essenziali si associavano alla densità dei beading della piccola fibra nervosa corneale. I beading, tra i parametri della microscopia confocale, rappresentano l'attività metabolica del plesso nervoso corneale perché contengono i mitocondri, considerati le centrali energetiche della fibra nervosa. Anomalie morfologiche o funzionali dell'attività mitocondriale sono coinvolte nello sviluppo della neuropatia diabetica. Lo stress ossidativo, dovuto all'alterazione dei livelli dei metalli e alla variabilità glicemica si associano al parametro di attività metabolica delle piccole fibre. “L'analisi dei beading, attraverso la microscopia confocale diagnostico – afferma la dottoressa Fabiana Picconi dell'Università Tor Vergata di Roma, uno dei giovani ricercatori italiani presenti all'Easd grazie ad un travel grant della Società Italiana di Diabetologia SID - rappresenta pertanto una valutazione funzionale dello stato metabolico delle fibre nervose periferiche di piccolo calibro nel diabete mellito e permette l'identificazione di una forma molto precoce di danno nervoso, con una importante ricaduta clinica sull'approccio diagnostico della neuropatia diabetica. Queste scoperte in campo arricchiscono la potenzialità degli strumenti per la diagnosi di neuropatia diabetica”. “L'occhio – conclude la responsabile del gruppo di ricerca Simona Frontoni, professoressa di Endocrinologia, Università Tor Vergata di Roma e direttrice UOC Endocrinologia, Diabetologia e Malattie Metaboliche Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina – rappresenta sempre di più una finestra per la diagnosi di neuropatia diabetica”. Associazione tra stress ossidativo, variabilità glicemica e i parametri di microscopia confocale corneale nel diabete mellito tipo 1. Autori: Picconi Fabiana1, Squitti Rosanna, Siotto Mariacristina, Schiano Lomoriello Domenico, Parravano Mariacristina, Pasqualetti Patrizio, Ylli Dorina, Chioma Laura, Malandrucco Ilaria, Frontoni Simona1 1Dipartimento di Medicina dei Sistemi, Università di Roma Tor Vergata; UOC di Endocrinologia e Diabetologia, Ospedale S. Giovanni Calibita Fatebenefratelli, Roma