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‘CAR-T, l'innovazione è ora'A Firenze la seconda tappa

Prosegue la ‘Road Map Car-T': la seconda sarà martedì 18 Giugno2019 a Firenze, dalle ore 9,30 alle 16,30, all'auditorium de La Nazione in Via Paolieri, 2 l'evento ‘Prospettive attuali e future dell'uso delle Car-T in Italia'

Maria Rita Montebelli
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La leucemia linfoblastica acuta e il linfoma diffuso a grandi cellule sono patologie che nei pazienti refrattari alle terapie oggi disponibili danno un'aspettativa di vita molto bassa o nulla. La ricerca in quest'area ha portato a un punto di svolta tale per cui, per questi pazienti con prognosi infausta, si aprono scenari di cambiamento radicale attraverso le terapie cosiddette CAR-T di prossima introduzione. Questa nuova cura, è in grado di restituire al sistema immunitario, la sua naturale capacità di riconoscere ed eliminare le cellule tumorali. Una metodologia biotecnologica, in grado di ridare la speranza ad una parte di quei pazienti che non hanno risposto alle terapie convenzionali. Un passo in avanti, oggi per il trattamento delle leucemie più aggressive, ma che si sta studiando in altre persone colpite da tumori liquidi e solidi. La gestione organizzativa di questa innovazione però va di pari passo con la complessità di produzione e di somministrazione del processo di cura. Se da un lato infatti questi strumenti terapeutici saranno personalizzati al singolo paziente, i processi organizzativi che riguardano l'intero percorso di cura richiedono una standardizzazione ed una formazione del personale specifica e da costruire in dettaglio. Per iniziare ad instaurare un dialogo costruttivo sull'argomento all'interno dei sistemi sanitari regionali Motore Sanità, con il contributo di Novartis ha dato vita ad una Road-Map che toccherà tutta Italia. La prossima tappa della Road Map sarà la Toscana, che il 18 giugno a Firenze, con il patrocinio di Regione Toscana, di ISPRO e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sarà protagonista nell'evento ‘Prospettive attuali e future dell'uso delle Car-t in Italia'. Un tavolo di discussione in questo senso sarà fondamentale, perché se l'organizzazione del sistema di servizi non sarà in grado di integrare questa cura rapidamente all'interno dei propri percorsi organizzativi questo potrebbe mandare in crisi il sistema. Per creare un sistema assistenziale snello, di rapido accesso e soprattutto sicuro per il paziente, lo scambio di informazioni e di idee tra regioni, tra centri ospedalieri in partnership con le aziende produttrici della tecnologia sanitaria diventa un passaggio che si potrebbe dire più che auspicabile, obbligato. La conseguenza logica potrebbe essere la creazione di una rete interregionale dedicata alla cura di questi pazienti con queste terapie attraverso protocolli condivisi. La partnership pubblico-privato, in questo scenario diventa quindi ineludibile, per rendere il sistema efficace e sostenibile, per garantire al tempo stesso un rapido accesso ai pazienti indicati dalle autorità tecniche Nazionali. (MARCO BIONDI)

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