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Pregliasco: “Che influenza farà?In 14 milioni rimarranno a letto”

Con l'arrivo del freddo circa duecento, tra virus influenzali (6 milioni) e simil-influenzali (8 milioni), colpiranno quasi 14 milioni persone. Anche se ad oggi, per i virologi, la stagione influenzale non sembra pesantissima

Maria Rita Montebelli
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Ricorrere a internet per informarsi su cosa fare in caso d'influenza è un comportamento diffuso soprattutto tra gli uomini (8,8, rispetto all'1,2 per cento delle donne. E gli uomini si vaccinano – udite udite – più del doppio delle donne: 19,6 contro il 9,4 per cento. Uomini in aumento  e donne in calo. Ma come sarà l'influenza 2019-2020? “A oggi la stagione influenzale in arrivo non sembra essere pesantissima, con un numero di casi leggermente sotto la media. Ci aspettiamo di avere circa 6 milioni di influenzati, con un'incidenza leggermente inferiore rispetto agli scorsi anni – afferma il professor Fabrizio Pregliasco, virologo, ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell'Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell'Istituto Ortopedico Galeazzi – A questi 6 milioni che saranno colpiti da ‘vera' influenza, vanno poi aggiunti altri 8 milioni di cittadini che contrarranno gli altri virus simil-influenzali”. L'influenza si distingue, infatti, da tutte le altre forme parainfluenzali per la presenza di tre caratteristiche: insorgenza brusca della febbre oltre i 38°; presenza di almeno un sintomo sistemico (dolori muscolari/articolari); presenza di un sintomo respiratorio (tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale, mal di gola). Nonostante quest'anno si stimi, dopo un biennio di forte incidenza, una stagione influenzale meno pesante per la popolazione generale e con dati nella media, i virus che colpiranno gli italiani saranno più insidiosi. “Si sono diffuse due nuove varianti dei virus, H3N2 e H1N1, le quali, oltre ad avere una maggior capacità diffusiva, sono quelle forme influenzali che, soprattutto l'H1N1 nei bambini piccoli e l'H3N2 nei soggetti anziani e fragili, possono provocare maggiori severità e un più alto rischio di complicanze – continua Pregliasco – Oltre a questi, saranno presenti anche i virus B/Colorado e A/Kansas che sono varianti già conosciute dalle precedenti stagioni”. Ma come si comportano gli italiani in caso di influenza? Una ricerca condotta da Human Highway per Assosalute, l'Associazione nazionale farmaci di automedicazione che fa parte di Federchimica, delinea alcuni dei comportamenti più comuni. La maggioranza degli italiani, il 55 per cento, dichiara di assumere un comportamento corretto in caso di influenza: si mette a riposo, assume farmaci di automedicazione e contatta il medico solo se dopo 3 giorni non nota un miglioramento. La percentuale di coloro che sanno come è bene comportarsi è più alta tra le donne (61,7 per cento) rispetto agli uomini (48,5 per cento). “I farmaci di automedicazione, insieme a riposo e corretta alimentazione, sono il rimedio migliore contro l'influenza”, conferma Pregliasco. Tuttavia, il resto della popolazione non sempre, di fronte ai sintomi influenzali, si comporta nel modo corretto. L'indagine permette di delineare alcune caratteristiche degli influenzati italiani: . Gli iper-apprensivi: sono soprattutto uomini (18,4 vs 15 per cento delle donne) e, in caso di influenza, contattano subito il medico o addirittura si recano al Pronto Soccorso. “Anche se non è un comportamento rischioso per la propria salute, recandosi dal medico o al Pronto Soccorso ai primi sintomi influenzali, si rischia di intasare il servizio e infettare gli altri”, ricorda il professore. . Gli stakanovisti: un altro comportamento comune ma sbagliato è quello di trascurare l'influenza: il 22,4 per cento (24,6 tra gli uomini e il 20,2 tra le donne) cerca di continuare la vita di sempre, caso mai assumendo farmaci con la convinzione di azzerare in fretta i sintomi. “Mai fare gli eroi – suggerisce il professor Pregliasco – Inoltre, sia che si tratti di influenza che di patologie simil-influenzali, è corretto assumere i farmaci di automedicazione per attenuare i sintomi e seguire l'andamento della malattia. Fondamentale è, quindi, leggere sempre il foglietto illustrativo senza mai esagerare nelle dosi per azzerare i sintomi, altrimenti si fa il gioco del virus, rischiando che non passi e aumentando il rischio di eventuali complicanze”. . I disinformati: una percentuale di persone si affida al consiglio di amici e parenti o a ricerche su internet per curare l'influenza. Ricorrere a internet è un comportamento diffuso soprattutto tra gli uomini (8,8, rispetto all'1,2 per cento delle donne). Secondo Pregliasco “se dopo tre giorni di riposo e trattamento con i farmaci di automedicazione l'influenza non passa, bisogna rivolgersi al medico di base. In generale, meglio non fidarsi del passaparola – reale o virtuale – ma sempre del consiglio di chi il farmaco lo dispensa o lo prescrive”. . I frettolosi: ovvero coloro che non aspettano di essere guariti completamente dall'influenza e riprendono prima del tempo la vita di sempre. “Se la guarigione non è completa – ammonisce Pregliasco – aumenta il rischio di esporsi con maggiore facilità a sovra-infezioni batteriche delle vie respiratorie. Non bisogna avere fretta e, anche quando si torna alla vita di sempre, meglio riprendere gradualmente i ritmi consueti per evitare di stressare il sistema immunitario esponendoci al rischio di complicanze”. In caso di influenza, quindi, per alleviare i sintomi e favorire una totale ripresa, il pilastro del trattamento è rappresentato dai farmaci di automedicazione, riconoscibili grazie alla presenza del bollino rosso che sorride sulla confezione. Lo sanno bene gli italiani, che nel 64 per cento dei casi scelgono proprio i farmaci di automedicazione come primo rimedio in caso di influenza. A seguire, le ‘bevande della nonna' (bevande calde, spremute, latte e miele), opzione preferita dal 24 per cento. Ancora alta la percentuale di chi crede che gli antibiotici siano un rimedio efficace contro l'influenza (16,2 per cento), soprattutto tra i giovanissimi, dove si arriva al 29,2 per cento. “Uno degli errori da evitare in caso di influenza è quello di assumere gli antibiotici che sono del tutto inefficaci nella lotta ai virus. A differenza dei farmaci di automedicazione, gli antibiotici non vanno mai assunti senza la prescrizione medica specifica per quel caso”, afferma il Professor Pregliasco. Ovviamente, per molti italiani la migliore cura contro l'influenza è la prevenzione. Su questo, la maggioranza mette in atto comportamenti corretti come evitare gli sbalzi di temperatura (55,2 per cento) e lavarsi spesso le mani (41,3 per cento). Oltre alle pratiche di buon senso, il vaccino anti-influenzale rappresenta un rimedio essenziale per evitare il contagio, soprattutto nei soggetti più fragili. “La vaccinazione è un'opportunità per tutti, ma ha una impellenza sempre più alta al crescere della fragilità del soggetto – ricorda il professor Pregliasco – Il vaccino contro l'influenza non ci mette a riparo da tutti i virus in circolazione, ma il suo successo va misurato in ottica salvavita. L'obiettivo principale del vaccino è proprio quello di dare copertura ai soggetti fragili e ridurne la mortalità associata”. (FABRIZIA MASELLI)

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