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Emergenza infezioni in ospedale Progetto Icarete di Motore Sanità

Le Infezioni Correlate all'Assistenza (ICA) possono essere acquisite durante il ricovero o in altri contesti sanitari simili. Purtroppo, continuano a crescere in quasi tutti i Paesi Europei, con un incremento medio annuo del 5 per cento

Maria Rita Montebelli
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In Italia si stimano circa 10 mila casi di decessi l'anno per infezioni resistenti ai comuni antibiotici, pari al doppio delle morti legate agli incidenti stradali. Per far fronte a questo scenario preoccupante, nel 2017 il Ministero della Salute ha pubblicato il Piano Nazionale di Contrasto dell'Antimicrobico-Resistenza (PNCAR) 2017-2020, fissando il percorso che le istituzioni nazionali, regionali e locali, devono compiere per un miglior controllo delle infezioni. Esiste, però, una notevole variabilità tra regioni nelle modalità di attuazione dei programmi di sorveglianza e controllo di questo fenomeno. Vista l'emergenza e con l'obiettivo di fare il punto su ciò che è stato fatto e ciò che c'è ancora da fare a livello regionale, creando una rete di comunicazione sulle infezioni correlate all'assistenza, nasce ICARETE. Progetto, che si compone di 12 incontri regionali, realizzato con il contributo non condizionante di Menarini, che vede confrontarsi le istituzioni e i massimi esperti del settore. Il progetto arriva in Toscana una delle Regioni più virtuose nel sistema di controllo delle infezioni. “Le infezioni correlate all'assistenza sono attualmente una delle problematiche più urgenti per il sistema sanitario, dal momento che si prevede che nel prossimo futuro i decessi per infezioni correlate all'assistenza supereranno quelli associati a malattia oncologica. In particolare, l'antibiotico resistenza costituisce una vera sfida, in quanto la diffusione intra-ospedaliera - e non solo (basti considerare gli ambiti comunitari ed il setting delle lungodegenze/hospice) – di germi resistenti agli antibiotici è in aumento e, nonostante lo sviluppo di nuovi antibiotici, per alcuni di essi esistono ancora limitate opzioni di trattamento. La diffusione di germi multi-resistenti (in particolare di bacilli Gram-negativi che esibiscono meccanismi enzimatici di resistenza) è direttamente correlata al consumo degli antibiotici ed al loro inadeguato utilizzo. Pertanto, l'antimicrobial stewardship, ovvero la corretta gestione dell'antibiotico-terapia, congiuntamente al controllo dell'infezione e all'implementazione di strategie di igiene costituisce uno dei capisaldi per la lotta alle infezioni sostenute da germi multi-resistenti”, ha spiegato Francesco Menichetti, direttore UO Malattie Infettive AOU Pisa. La corretta aderenza alle norme igieniche preventive stabilite dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, un più appropriato utilizzo degli antibiotici sia ad uso umano che veterinario, sono alcuni delle raccomandazioni che emergono dal confronto fra esperti. In aggiunta, nel breve termine, le istituzioni stanno cercando di agevolare le attività di ricerca di nuovi antibiotici, creando anche partnership pubblico/privato. Molto potrebbe essere fatto con le nuove terapie antibiotiche, rendendole disponibili ai pazienti sia a livello Nazionale che regionale-locale, secondo le indicazioni appropriate. “Le infezioni correlate all'assistenza e il fenomeno a monte dell'antimicrobico resistenze costituiscono una emergenza mondiale, con l'Italia che presenta una delle più critiche situazioni a livello europeo, senza sostanziali differenze tra le diverse realtà regionali. In Regione Toscana questo tema è oggetto di forte impegno ed ha portato, oltre che allo sviluppo di un sistema di sorveglianza microbiologica che poche regioni attualmente hanno, anche alla definizione di modelli organizzativi dedicati e di buone pratiche per la sicurezza del paziente, in collaborazione con GRC (gruppo rischio clinico) e ARS (agenzia sanitaria regionale). Questo tessuto organizzativo è stato messo recentemente alla prova dall'epidemia di batteri NDM che si è verificata in Toscana. Si tratta di fenomeni legati alla selezione di batteri che sviluppano nuove resistenze ad antibiotici, determinando situazioni complesse in termini di sanità pubblica. La presenza di una rete organizzativa preesistente ed in costante miglioramento, ci consente di affrontare in modo corretto questo evento, in stretta collaborazione con le agenzie internazionali e nazionali competenti in materia. Come regione oltre al sistema di monitoraggio continuo, abbiamo messo in atto iniziative formative, protocolli specifici, incontri con i diversi settori coinvolti in ambito sociale e sanitario. Discutere di questi aspetti, delle difficoltà incontrate e delle strategie previste è una delle modalità con le quali queste problematiche devono essere gestite, per questo la Regione promuove e partecipa con estremo interesse a iniziative di confronto” ha detto Carlo Tomassini, direttore generale Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale, Regione Toscana. “Da quando il problema dei super batteri resistenti alle terapie disponibili è emerso nella sua estrema gravità, la ricerca farmaceutica ha ripreso vigore e progressivamente sta mettendo a disposizione nuovi e più efficaci antibiotici: è auspicabile che si apra un dialogo fra aziende produttrici ed agenzie regolatorie nazionali e regionali per stabilire nuovi percorsi dedicati che consentano un accesso facilitato e rapido di questi nuovi fondamentali strumenti per la cura dei nostri pazienti, in linea con le azioni intraprese dalla Food and Drug Administration”, ha spiegato Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità. (MARCO BIONDI)

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