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Samantha Cristoforetti, mistero nello spazio: l'urlo di paura prima dell'aggancio. Gli appassionati: "Ha visto un ufo?"

Giulio Bucchi
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Un oggetto non identificato, poi una "fiammata quasi aliena" e un urlo scomposto. Di paura o di stupore, non si sa. Di sicuro, però, il viaggio nello spazio di Samantha Cristoforetti, l'astronauta italiana che sta prendendo parte alla missione Futura, è iniziato all'insegna del mistero? Che cosa ha visto Cristoforetti durante la manovra di attracco alla stazione orbitale ISS? Da qualche giorno gli appassionati (e i dietrologi) stanno visionando i due video disponibili delle operazioni. Anche l'autorevole blog di Flavio Vanetti sul Corriere della Sera ha colto alcuni inquietanti aspetti della questione riassumendo in un post tutti gli interrogativi di ufologi e non. Tutto questo mentre la nuova missione della Nasa è stata un successo: la capsula Orion, la prima navicella spaziale americana capace di portare astronauti in orbita nell'era post-Shuttle ha fatto ritorno sulla Terra ammarando nel Pacifico dopo due orbite intorno alla terra per circa quattro ore e mezza di volo. Il sogno dei tecnici è che sia il primo vero passo per portare l'uomo su Marte: altro materiale in arrivo per chi crede negli extra-terrestri. Samantha Cristoforetti e l'urlo di paura nello spazio: guarda il video    L'urlo di paura - Ci sono due video, si diceva. Nel primo realizzato dalla Esa (l'agenzia spaziale europea) durante le operazioni di docking (l'attracco alla stazione), al minuto 1.20 nel riquadro in alto a destra si nota un oggetto sferico sfrecciare verso il basso. Domanda ovvia: cos'è? Ufo, detrito? Il "bello", però, arriva qualche minuto dopo. Per l'esattezza a 4'34: Cristoforetti lancia un grido, inizia ad ansimare, tanto che il comandante russo la riprende: "Tiho, tiho, tiho", ossia "calma, calma, calma". E' bene ricordare che l'astronauta da due anni ha affrontato un addestramento durissimo, inimmaginabile, per imparare a gestire ogni situazione critica, che comporti anche il rischio della propria vita. Prima ancora, da capitano dell'aeronautica, ha superato prove altrettanto ostiche. Eppure sembra paura, paura incontrollabile. "E' possibile - si chiede Vanetti, insieme a centinaia di appassionati - che abbia visto il potenziale detrito solo un paio di minuti dopo una volta trovatasi nella posizione ottimale rispetto alla sua stretta visuale?". O forse, "il detrito ha fatto delle manovre?". C'è anche chi affaccia l'ipotesi di un errore durante le manovre. Uno stupore misto a terrore, in ogni caso, che i più fantasiosi catalogherebbero volentieri sotto la voce "avvistamento di Ufo". E poi c'è il secondo video, qui di seguito.     La versione di Samantha - In questo secondo video è isolato il momento dello "spavento". Un altro sito molto seguito, www.segnidalcielo.it, analizza le parole con cui la stessa Cristoforetti, qualche ora dopo, ha commentato le manovre sul suo "diario di bordo" ospitato dal sito astronautinews.it, che vale la pena di riportare. "Non ero nemmeno minimamente preparata a quello che ho visto quando ci trovavamo a circa 30-40 metri - scrive l'astronauta italiana -. Mentre mi sono girata per guardare fuori, all'inizio ho guardato indietro e ho visto uno dei pannelli solari della nostra Soyuz. Poi i miei occhi hanno colto qualcosa nella visione periferica. E mentre mi sono girata lentamente, quando mi sono resa conto di ciò che stavo vedendo, sono stata sopraffatta da puro stupore e gioia: la Stazione Spaziale era lì, ma non era solo una vista qualunque. Gli enormi pannelli solari erano inondati da una fiammata di luce arancione, vivida, calda e quasi aliena. Non ho potuto fare a meno di esclamare qualcosa ad alta voce, che potete probabilmente ascoltare nelle registrazioni del nostro attracco, visto che a quel punto eravamo a microfono aperto con il Controllo Missione. Anton me lo ha ricordato e così ho cercato di contenere il mio stupore e tornare al monitoraggio dell'attracco. Quando ho sbirciato ancora più tardi, il bagliore arancione non c'era più". La spiegazione non ha convinto appieno: più che stupore, quel grido sembrava paura pura, confermata dal respiro affannoso dell'astronauta. 

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