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Medici poco aggiornati? Associazione pensionati: "Occorre investire nella formazione"

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Davide Locano
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Quattro medici su dieci non sono aggiornati: la criticità messa in luce dai dati forniti dalla Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), secondo cui ci sarebbe un 20 percento di camici bianchi non in regola, trova conferma nelle stime di chi organizza i corsi di aggiornamento e soprattutto solleva gli animi dei pazienti che non si sentono tutelati adeguatamente. In particolare, l'associazione dei pensionati accusa il colpo e allarga la problematica su più temi connessi alla professione medica. “Il peccato originale è stato commesso dal professor Sirchia – esordisce Emilio Didone segretario dell'associazione pensionati di Cisl - che ha spinto sull'acceleratore imponendo troppi crediti formativi ad una platea di 600/700 mila professionisti del settore. Per contro ad una richiesta, lecita, di aggiornamento, non è seguito un investimento delle strutture nella formazione, mentre i medici in organico sono sempre meno e non hanno dunque il tempo per la formazione che invece è una cosa seria e dunque occorre metterli nelle migliori condizioni per formarsi. Perché il sistema sanitario non investe in quell'ambito? Sarebbe opportuno rivedere il metodo della formazione non solo per i medici, ma anche per altre categorie, come ad esempio gli infermieri”. Mancanza di tempo e costi elevati, questo binomio per il rappresentante dei pensionati ha reso fragile una categoria che invece per il ruolo che riveste, dovrebbe essere aggiornata e stimolata a lavorare al meglio. “Oggi se abbiamo bisogno di un servizio sanitario, e noi pensionati siamo nella fascia di età più a rischio, troviamo liste di attesa infinite, pronti soccorso intasati e professionisti giovani che non hanno avuto la possibilità di crescere affiancati da luminari come accadeva in passato, quando i più giovani crescevano nell'ombra di grandi professori, imparando la professione. Se a tutto ciò aggiungiamo una mancanza di aggiornamento per i turni massacranti a cui sono costretti, costi troppo elevati e magari anche in piccola parte per mancanza di volontà, il danno è fatto. Fondamentale dunque sarebbe rivedere tutta l'organizzazione. Solo così potrà essere recepito il cambiamento ed avremo medici aggiornati”. Una soluzione che metterebbe tutti d'accordo potrebbe essere la formazione a distanza. In questo modo i medici potrebbero ovviare alla mancanza di tempo, che oggi penalizza questo aspetto, con corsi e learning che garantiscono corsi con contenuti di qualità e facilmente fruibili grazie all'innovazione tecnologica.

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