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Coronavirus, gli italiani al lavoro per trovare il vaccino: "Mille dosi pronte per l'estate"

Cristina Agostini
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Non ci vorrà un anno e mezzo per il vaccino contro il Coronavirus. Arriverà prima. "Saranno pronte per i test clinici entro l'estate le prime mille dosi", assicura Matteo Liguori, managing director di Irbm Science Park SpA, società con base a Pomezia che sta collaborando, attraverso la sua divisione vaccini Advent Srl, con lo Jenner Institute dell'Università di Oxford (Regno Unito) per la produzione di un primo lotto del siero dal nome provvisorio ChAdOx1 nCoV-19. "Auspichiamo che la sperimentazione sull'uomo possa iniziare in autunno". La questione dei tempi, continua Liguori, "è molto delicato perché nei giorni scorsi sono state diffuse notizie scientificamente non sostenibili. Ieri l'Oms ha fatto chiarezza parlando di 18 mesi come tempi di riferimento. Per quanto riguarda noi, i tempi dipenderanno dall'andamento dell'epidemia, sempre considerando che, anche se i contagi si ridurranno, un vaccino sarà comunque utile a circoscrivere le infezioni e a non farle ulteriormente diffondere nel mondo", evidenzia. "Noi abbiamo già avviato le procedure per la produzione di un primo lotto di vaccino per i test clinici", assicura, "entro l'estate speriamo che possano iniziare i test. Per la produzione del vaccino riusciremo molto probabilmente ad accorciare i tempi rispetto agli iter tradizionali perché utilizziamo una piattaforma già impiegata con successo più volte per altre malattie infettive". Leggi anche: "Perché l'emergenza è l'Africa". Coronavirus, il brutto sospetto sui contagi e sul "contenimento" E ancora: "Abbiamo la concreta aspettativa di accelerare perché si sta lavorando h 24 tutti su questo, sia noi che le istituzioni coinvolte. Il piano di sviluppo non lo abbiamo ancora rilasciato, ci sono molteplici fattori in gioco, ma possiamo dire che queste prime 1.000 dosi verranno prodotte da qui all'estate grazie all'unione delle forze in gioco". "Nel 2014 abbiamo sviluppato e prodotto il vaccino contro l'Ebola e le procedure sono state molto rapide, praticamente in tempi inimmaginabili. Speriamo sia così anche in questo caso. Già superare la fase clinica 1 escludendo effetti di tossicità e avere successo nella fase clinica 2, dove si testa l'efficacia del vaccino, vorrebbe dire renderlo disponibile molto velocemente". 

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