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Coronavirus, Massimo Galli: "Perché in Italia il contagio è stato così veloce". Ipotesi superdiffusore

Giulio Bucchi
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Il coronavirus non dorme: nella notte aumentano i casi di contagio in Lombardia, come comunicato dal governatore Attilio Fontana in diretta a Sky Tg24: "Siamo a 89, a livello nazionale dovremmo aver superato i 100", spiega riferendosi al focolaio veneto e ai casi, isolati e connessi a quelli del Lodigiano, in Piemonte ed Emilia Romagna. Leggi anche: Il focolaio nel Veneto, individuata una comunità cinese. Test e ricovero per tutti L'Italia ormai è al primo posto in Europa per numero di infetti, stando ai dati dell'Oms. Un boom allarmante, in poche ore. Il motivo? "Si è verificata una situazione particolarmente disgraziata", spiega al Corriere della Sera Massimo Galli, professore professore Ordinario di Malattie Infettive all'Università di Milano. "Una persona si è ammalata (il 38enne di Codogno). E non aveva nessun apparente legame né con la Cina (non aveva viaggiato in aree infette, ndr) , né con persone contagiate (aveva contatti con una, in arrivo dalla Cina, risultata però negativa al virus, ndr)". E per gli altri casi, a cominciare dal Veneto, "non sono stati ancora definiti i collegamenti". Questo perché i virus "viaggiano per conto loro", sottolinea Galli con una punta di inquietudine, ricordando il caso della Mers (simile al Covid-19, ndr) nel 2015: "Un signore arrivato a Seul dal Medio Oriente, appunto, ha contagiato, da solo, quasi duecento persone, con 33 morti". È un caso di "superdiffusore", come quello del cittadino britannico "arrivato da Singapore che, nel gennaio scorso, sulle Alpi Francesi, nell'Alta Savoia, ha contagiato cinque cittadini britannici che alloggiavano nel suo stesso chalet". Le statistiche secondo cui un infetto contagia "solo" 2 o 3 persone, dunque, possono essere superate dalla realtà molto più allarmante. Ed è quello, forse, che sta accadendo nel Nord Italia.

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