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Coronavirus, "perché sono contrario al vaccino obbligatorio". La posizione controcorrente

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Francesco Bertolini
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I contagi aumentano, in tutta Europa. Le frontiere tornano, non più con il fascino antico di quando ci timbravano i passaporti per superare la cortina di ferro orientale, ma con cupe sensazioni pirandelliane. Chi torna da Spagna, Grecia, Croazia e Malta è un irresponsabile, ha sfidato le indicazioni del governo e dei cittadini ligi a questi consigli che dicevano di passare le vacanze in Italia. A prescindere dal fatto che tra Italia e Spagna c'è la Francia e tra Italia e Croazia la Slovenia (chi arriva in auto da quei paesi deve essere quindi sottoposto a una inquisizione di antica e cupa, come le sensazioni alla frontiera, memoria) mi viene da chiedere agli zelanti tutori della salute pubblica per quale motivo si da per scontato che i cattivi cittadini si siano contagiati in quei paesi, essendo per la quasi totalità giovani asintomatici; non è che magari sono partiti positivi dall'Italia e hanno esportato il contagio? Mah, domande complicate per un popolo ancora alla ricerca dei colpevoli, prima i runner, poi i farabutti della movida, poi quelli che vogliono andare in discoteca come se nulla fosse, e ora questi delinquenti che han voluto evadere da questo paese dalle infinite meraviglie. Non ne usciremo mai da questa storia. Altra diatriba culturale allucinante di questi giorni è la discussione sull'obbligatorietà del vaccino; non ho mai amato i no vax, tendenzialmente un branco di fulminati manipolati da qualche guru più o meno spregiudicato, ma ascoltando la furia, la violenza e l'intolleranza di chi sostiene la necessità che il vaccino diventi obbligatorio, mi sono più simpatici.

Arrivare sani alla morte - Non ci si rende conto che aver introdotto questo approccio, significa avere intrapreso in modo inesorabile la via del regime sanitario, dove milioni di ipocondriaci pensano di esorcizzare la morte con il vaccino anti Covid. Una illusione folle e infantile, degna di popoli incapaci di avere una visione completa della vita, dove la morte ne è parte integrante. Se accettiamo l'idea dell'obbligatorietà del vaccino, lo stato etico non avrà più freni, diventeremo allevamenti, esattamente come i polli, e i maiali, sottoposti a trattamenti periodici sistematici e obbligatori, pena la reclusione e soprattutto la gogna sociale. Ogni religione e ogni filosofia si basa sulla morte, rimuoverla significa non aver capito niente della vita, significa non vivere, e non vivere è peggio di qualunque virus, di qualunque malattia. Sono infiniti gli esempi di chi nella malattia, nel capire l'aleatorietà della vita, trova la ragione per amare ogni istante che trascorre su questo pianeta, gustandone e condividendo il bello della vita stessa. Sono inquietanti le immagini che arrivano da una scuola di Bangkok dove bambini, rinchiusi in scatole di plastica vengono abituati alla distanza sociale; spero sia solo un esperimento, che sacrifichi queste povere creature, e non l'anticamera di un mondo allevamento, dove l'unico scopo non sarà vivere, ma arrivare sani alla morte.

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