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Coronavirus, nei bambini "carica virale molto più alta che negli adulti in terapia intensiva". Contagio, cosa cambia

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Nei bambini è stata registrata una carica virale di coronavirus "significativamente più alta" di adulti ricoverati in terapia intensiva perché affetti da Covid-19. La ricerca americana realizzata dai ricercatori del Massachusetts General Hospital e dal Mass General Hospital for Children e pubblicata sul Journal of Pediatrcis è destinata a cambiare il modo in cui combattere l'epidemia. I bambini, anche sotto i 5 anni, non solo sono portatori asintomatici del virus, ma non si può escludere che siano anche diffusori.

La ricerca, scrive il Corriere della Sera, ha analizzato soggetti di età compresa tra gli 0 e i 22 anni, scoprendo un'altissima carica virale nelle vie aeree. "Non mi aspettavo che la carica virale fosse così alta – ha commentato Lael Yonker, direttore del Centro per la fibrosi cistica al Massachusetts General Hospital e autore principale dello studio –, ci sono 'bambini sani' che stanno andando in giro con un’alta carica virale di Sars-CoV-2". "I bambini non sono immuni da questa infezione – sottolinea un altro autore, Alessio Fasano, pediatra alla Harvard Medical School – e non possiamo escluderli come portatori asintomatici del virus". I bambini però, in quanto hanno meno ricettori, "si ammalano meno severamente rispetto agli adulti", aggiunge al Corriere della Sera Gianvincenzo Zuccotti, presidente della facoltà di Medicina all’Università Statale e direttore del dipartimento di Pediatria e Pronto Soccorso all’ospedale Buzzi di Milano, tuttavia "non si può dire che non siano capaci di trasmettere l’infezione perché andrebbe in senso contrario a quello che avviene ogni anno durante la stagione influenzale, quando sono proprio i più piccoli a essere maggiormente contagiosi". Quindi è sbagliata l'equazione maggior carica virale uguale maggior contagiosità, (finora, spiegano gli esperti, la capacità di trasmissione sembra aumentare con l'età) ma allo stesso modo non si può sottovalutarne il rapporto, anche perché tra poche settimane con la riapertura delle scuole il timore è quello di trovarsi di fronte a centinaia di piccoli focolai.

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