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Razzo cinese, allarme rosso dagli esperti: non solo quello, "satelliti morti grandi come un vagone, servono laser per distruggerli"

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È allarme rosso sui nostri cieli. Sopra di noi ci sono infatti centinaia di milioni di frammenti di spazzatura spaziale che viaggiano su diverse orbite che vanno dalla più bassa, tra i 200 e i 2000 chilometri, a quella geostazionaria di 36.000 chilometri. Ma non è tutto. Stando ai dati forniti dal Giorno ci sarebbero ben 30.000 detriti superiori a 10 centimetri (ci sono anche satelliti, ormai morti, grandi come un vagone), più di 600.000 pezzi che vanno da uno a dieci centimetri e qualche centinaio di milioni inferiori al centimetro come scaglie di vernici, bulloni e particelle create da collisioni. Una notizia che, se confrontata al razzo cinese in caduta libera proprio in questi giorni, è parecchio più preoccupante.

 

 

Nello spazio c'è davvero di tutto. Addirittura - prosegue il quotidiano - galleggia un guanto di un astronauta della Gemini 4, perso durante una passeggiata spaziale e la macchina fotografica di Michael Collins che gli sfuggì di mano durante la missione Gemini 10. Seppur piccoli e insignificanti questi oggetti, se si avvicinano all'atmosfera, destano terrore. Tanto da rendere necessario un ripensamento dello smaltimento di questa vera e propria spazzatura spaziale.

 


"Alle agenzie spaziali private - ha ammesso al Giorno il professor Roberto Battiston ex presidente dell'Asi (Agenzia spaziale italiana), che più volte si è interessato del problema - ripulire lo spazio interessa relativamente per via di forti investimenti che sono necessari. Se ne stanno occupando le Agenzie nazionali che stanno portando avanti dei progetti che sono in fase di studio avanzato. Si parla di costruire i prossimi satelliti con un sistema particolare che, a fine vita, li proietti in un'orbita cimitero dove non costituiscano un pericolo per il futuro. Un altro studio è quello di mandare nello spazio particolari satelliti che con dei laser polverizzino i frammenti più grandi". Battiston però ha voluto rassicurare i più timorosi, spiegando che di detriti sulla Terra ne cadono ben pochi. Più a rischio invece i satelliti e gli equipaggi delle missioni spaziali. "L'impatto con una navicella - ha spiegato - potrebbe essere addirittura fatale anche se si tratta di un semplice bullone". Insomma, puntare gli occhi al cielo non sembra poi una così cattiva idea.

 

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