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Variante Delta, morti e contagi: ecco le vere cifre sulla mutazione più temuta

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Mirko Molteni
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L'espandersi della variante Delta del virus SARS-CoV-2 fa paura in tutto il mondo. Chiamata dagli scienziati "ceppo B.1.617.2", è caratterizzata da ulteriori mutazioni nelle proteine "spike" che ne aumentano la contagiosità, anche il 40-80% in più rispetto alle altre varianti. Si teme che la pandemia Co vid -19 duri ancora a lungo, vanificando i vaccini e le riaperture delle attività. Negli ultimi giorni è stato però ripetuto che i vaccini esistenti dovrebbero smorzare anche la variante Delta. Ulteriore lato positivo sembra essere anche un minor tasso di mortalità rispetto agli altri ceppi. Originatasi in India nell'autunno 2020, si è diffusa pochi mesi dopo in Gran Bretagna, da dove poi ha iniziato la sua marcia nel resto dei paesi europei. Proprio la Gran Bretagna è la nazione europea in cui la Delta si è maggiormente affermata, facendo intravedere quello che potrebbe diventare il profilo epidemiologico d'Europa fra alcuni mesi.

 

 

Nelle ultime settimane, ormai il 95% dei nuovi contagi Covid del reame di Elisabetta II è dovuto al ceppo Delta. E nonostante si osservi un brusco aumento dei casi, il numero dei morti resta molto basso. I dati britannici di ieri, a fronte di ben 18.270 nuovi contagiati, danno solo 21 morti per Covid. Per limitarci ai tre giorni precedenti, fra mercoledì e venerdì, i rispettivi dati sono di 14.969 casi il 25 giugno per soli 18 morti, 16.703 casi il 24 giugno per 21 morti, 16.134 casi il 23 giugno con 19 morti. Per raffronto, nell'ultimo periodo in cui i britannici hanno avuto un numero di nuovi casi quotidiani paragonabile a quello odierno, cioè attorno al febbraio 2021, i morti giornalieri oscillavano fra 500 e 800. A parità di casi, insomma, il tasso di mortalità sembrerebbe crollato.

Ovviamente saranno poi gli scienziati a trarne le conclusioni, dato che occorre tener conto di numerose variabili: lo sfasamento cronologico fra contagi e decessi causa to dai tempi d'incubazione, i profili genetici delle popolazioni e l'indubbio influsso dei vaccini, che avendo coperto la maggioranza della popolazione britannica offrono probabilmente un arsenale di anticorpi che consente a una larghissima parte dei nuovi contagiati dalla Delta di superare la malattia con decorso leggero o anche asintomatico. Frattanto, trainato anche dalla Delta, ma non solo, il Covid sta riprendendo quota in vari paesi d'Europa. Seconco il Cnr, oltre che nel Regno Unito, l'epidemia è in ripresa in Russia, dove si sono superati di nuovo i 21.000 casi quotidiani, e Portogallo, ma anche in Spagna, Bielorussia, Irlanda, Svezia, Lettonia, Belgio e Olanda. In Italia la variante Delta pesa attualmente per il 16,8 % dei contagi quotidiani, ma è in rapidis sima ascesa e a quanto pare, le misure di prevenzione per chi arriva dalla Gran Bretagna sono state reintrodotte in ritardo.

 

 

AUSTRALIA E TUNISIA
Poco più di un mese fa, il 18 maggio, la Delta era solo all'1%, il 15 giugno al 3,4%, poi il 9 % e infine oggi è vicina la soglia del 20%. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) stima che «entro la fine d'agosto rappresenterà il 90% di tutti i virus SARS-CoV-2 in circolazione nell'Unione europea». Nel resto del mondo non va meglio. In Australia la variante Delta ha costretto il governo regionale del Nuovo Galles del Sud a varare un nuovo lockdown, della durata di due settimane, nella metropoli di Sidney e nelle circostanti zone di Blue Mountains, Central Coast e Wollongong. La vicina Nuova Zelanda, per precauzione, ha deciso di sospendere per tre giorni, salvo proroghe, la "bolla di viaggio" che consentiva di viaggiare in Australia senza quarantena. In Africa, la Tunisia, così vicina a noi, supera i 3000 casi al giorno e decide anch' essa un lockdown in quattro governatorati.

 

 

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