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Ictus e infarto, "due iniezioni all'anno": il farmaco salva-vita

Tiziana Lapelosa
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Nelle farmacie italiana arriva un nuovo farmaco per tenere a bada, dimezzandolo, il colesterolo. Che di danni ne fa tanti, ma di sintomi non ne provoca. A meno che non ci sangue per tenere sotto controllo i valori, è soltanto quando si affaccia qualche malattia cardiaca che se ne scopre la pericolosità. Perché quel livello di grasso nel sangue che diventa troppo alto può provocare aterosclerosi (in parole povere, il grasso si deposita sulle pareti delle arterie ispessendole e irrigidendole) e quindi ictus cerebrale e infarto miocardico. E in pochi sanno che le malattie cardiache fanno più morti di quelli per tumore. La media, infatti, è di 230mila contro 180mila all'anno. Il colesterolo cattivo, sappiamo, si può "correggere" con farmaci da prendere giornalmente e pure a tavola. Ma, e questa è la novità, la medicina con i suoi passi da gigante ha messo a punto un farmaco in grado di semplificare la vita a milioni di persone, dal momento che si prende soltanto due volte all'anno.

 

 

 

RIMBORSABILE

L'Aifa, l'agenzia italiana del farmaco, quella che decide anche cosa è mutuabile e cosa no, pochi giorni fa ha inserito Inclisiran - così si chiama questo farmaco prodotto dalla Novartis- nella lista dei medicinali rimborsabili. È indirizzato agli adulti con il colesterolo totale troppo alto (nel linguaggio medico è indicato come ipercolesterolemia primaria eterozigote familiare e non familiare), o con dislipidemia mista, ossia le alterazioni dei grassi del sangue tra cui trigliceridi e colesterolo. La sostanza, per chi non mastica medicina, è sempre la stessa: nel sangue ci sono troppi grassi. E troppi grassi fanno male. Ora, questa nuova medicina, frutto di anni e anni di studio, interferendo con l'RNA messaggero, dimezza il livello di colesterolo, quello cattivo, responsabile dell'aterosclerosi, che è poi la malattia più diffusa al mondo responsabile, lo ripetiamo, di ictus e infarto. Ora, una volta prescritto, iniettata la prima dose da un infermiere, Inclisiran viene reiniettato una seconda volta dopo tre mesi, e poi ogni sei mesi. Finito. Furio Colivicchi, presidente Anmco (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) ritiene che questa innovazione terapeutica «abbia il potenziale per superare le attuali sfide all'aderenza e persistenza alla terapia, in quanto il nuovo farmaco comporta anche un vantaggio in termini di posologia rispetto ai farmaci già disponibili, grazie alla somministrazione sottocutanea su base semestrale». «Per fortuna», osserva Emanuela Folco, Fondazione Italiana per il Cuore, «sappiamo che è possibile prevenire l'80% degli eventi cardiovascolari con un'adeguata azione di prevenzione, favorendo la consapevolezza dei reali fattori di rischio modificabili da tenere sotto controllo, e ottimizzando la presa in carico del paziente con percorsi che facilitino l'aderenza del paziente». E Valentino Confalone, ad di Novartis, assicura che si continua ad «investire nella ricerca per trovare soluzioni sempre più innovative, come ad esempio i siRNA che sono in grado di agire "a monte", interferendo cioè con la produzione di proteine che causano le malattie. Oggi», dice, «questa tecnologia è applicata all'ipercolesterolemia, ma prevediamo in futuro di impiegarla anche nel trattamento di altre patologie».

 

 

 

TESTARDI

Eppure, i progressi della medicina spesso fanno a botte con la cocciutaggine delle persone. Non è un caso che in Italia, dove poco più della metà delle persone, sia uomini che donne, ha un livello di grassi cattivi superiore alla soglia oltre la quale in medicina scatta l'allarme (200 mg/dl), si fa fatica a portare avanti una terapia. Tre pazienti su dieci, infatti, i farmaci li prendono a "tratti" o addirittura decidono di farne a meno, di non dare retta al medico, ad una distanza media di sei mesi dall'inizio della terapia. Atteggiamenti che pesano soprattutto in chi ha già avuto un infarto. E potrebbero essere proprio loro i principali beneficiari del farmaco che si prende due volte all'anno, come osserva pure Colivicchi. «Per loro», dice, «può rappresentare una novità importante». Unita ad un corretto stile di vita. «Evitare eccessi di uova e di formaggi, soprattutto stagionati, prediligere pesce azzurro e frutta secca, per l'elevato contenuto di omega 3, e limitare gli zuccheri semplici» sono, del resto, tra le accortezze da rispettare a tavola, suggerisce Ilaria De Rosa, biologa nutrizionista. Anche se non si ha il colesterolo.

 

 

 

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