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Il Premio Nobel per la Fisica

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"scippato" all'italiano Cabibbo

Albina Perri
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Il premio Nobel per la Fisica è stato assegnato quest'anno all'americano Yoichiro Nambu e ai suoi colleghi giapponesi Makoto Kobayashi e Toshihide Maskawa per le ricerche sulla fisica delle particelle. Gli studi dei tre scienziati sono considerati il "primo mattone" della teoria di riferimento della fisica delle particelle, ossia del cosiddetto Modello Standard che descrive tutte le particelle elementari finora note e tre delle quattro forze fondamentali (le interazioni forti, le elettromagnetiche e le deboli). Una teoria che è un vero pilastro della fisica delle particelle e che finora è stata quasi completamente confermata. Manca all'appello soltanto una particella: il bosone di Higgs, che spiega l'esistenza della massa ed è indicato spesso come "la particella di Dio": potrebbe essere visto per la prima volta grazie al più grande acceleratore di particelle del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra. Si chiama "Matrice Cabibbo-Kobayashi-Maskawa" (o matrice Ckm, delle iniziali dei tre ricercatori) il contributo che è stato premiato con il Nobel. Ma nessuna menzione, da parte del Comitato che assegna il Nobel, è stata fatta dell'italiano Nicola Cabibbo, nonostante la comunità scientifica internazionale gli attribuisca senza dubbio la paternità delle idee successivamente sviluppate dai fisici premiati. E grande è l'amarezza nella comunità dei fisici italiani per il mancato riconoscimento al nostro connazionale. "Sono lieto che il premio Nobel sia stato attribuito a questo settore della fisica che sta avendo sempre più attenzione da tutto il mondo e dal quale ci aspettiamo fondamentali scoperte che aumenteranno la nostra comprensione sull'Universo. Tuttavia, non posso nascondere che questa particolare attribuzione mi riempie di amarezza: Kobayashi e Mascawa hanno come unico merito la generalizzazione, per altro semplice, di un'idea centrale la cui paternità è da attribuire al fisico italiano Nicola Cabibbo". Così il presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Roberto Petronzio, che cottolinea come Cabibbo "in modo autonomo e pionieristico", abbia "compreso il meccanismo del fenomeno del mescolamento dei quark, poi facilmente generalizzato dai due fisici premiati. Il contributo di Nambu, d'altra parte", conclude il capo dell'Infn,  "è fondamentale per la fisica delle particelle e i suoi lavori sulla rottura spontanea di simmetria sono uno dei pilastri dell'attuale Modello Standard". "Preferisco non fare dichiarazioni", si limita invece a dire Nicola Caribbo, evidentemente amareggiato per l'esclusione dal riconoscimento. Già lo scorso anno, a pochi giorni dall'assegnazione del Nobel per la fisica 2007, circolavano con insistenza nell'ambiente scientifico fra Tokyo e Chicago voci che davano per sicuro il Nobel a Cabibbo, Kobayashi e Maskawa. Tutti, insomma, erano convinti non soltanto che le ricerche inaugurate da Cabibbo sarebbero state premiate, ma che il premio Nobel sarebbe stato condiviso dai tre ricercatori. È poi accaduto che il Nobel 2007 è stato assegnato a ricerche di tipo sperimentale e applicativo. Quest'anno sarebbe quindi stata la volta della fisica teorica. Il campo di ricerca premiato è quello atteso, a detta di molti manca però uno dei protagonisti.

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