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L'intelligenza artificiale non può cancellare la centralità dell'uomo

Luigi Merano
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Si è svolta ieri, nel suggestivo scenario della Pontificia Accademia delle Scienze, nella Città del Vaticano, la seconda edizione del Business Ethics Summit. L’evento internazionale sull’etica applicata al business è organizzato da Core, società specializzata nell’attività di relazioni pubbliche e istituzionali, con la partnership accademica del Boston College e della Lumsa Human Academy– Luigia Tincani.

Il summit ha riunito una delegazione di leader, provenienti da tutto il mondo, per discutere e approfondire insieme il nuovo Artificial Intelligence Act dell’Ue, le implicazioni per il business e l’importanza di mantenere la centralità dell’essere umano.

L’evento ha seguito le regole della Chatham House Rule ed è il primo nel suo genere in Italia: è stato infatti disegnato e prodotto con l'aiuto dell'intelligenza artificiale con l’obiettivo di condividere esperienze di successo e di fallimento per esplorare insieme il ruolo dell'etica nel business.
L’obiettivo della “lezione collettiva” è quello di proporre una panoramica sui principi etici applicati al mondo aziendale, per condividere esperienze ed idee su come gestire eticamente aziende ed organizzazioni seguendo il principio “from growth to prosperity”, che riconduce il concetto di crescita economica e finanziaria all’interno di una dimensione umana e sostenibile.

L’evento è stato aperto dalle parole del Cardinale Peter Turkson, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e dalla lettera del ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha ricordato l’importanza della “diplomazia della crescita”, in particolare le iniziative per lo sviluppo del continente africano e l’elemento distintivo dell’imprenditoria italiana che mette l’essere umano al centro.

 

«Il Business Ethics Summit ha l’ambizione di aiutare i leader di oggi e di domani a creare gli strumenti etici necessari in un mondo che cambia alla velocità della luce», ha detto la moderatrice, Cristiana Falcone, Co-Founder Business Ethics Summit. In collegamento da Bruxelles Lucilla Sioli, Direttore per l’intelligenza artificiale e l’industria digitale della Commissione Ue, ha aperto l’incontro spiegando i principi fondamentali del nuovo AI Act. Le aziende hanno due anni di tempo per adeguarsi.

Oltre 65 le figure di alto profilo che hanno condiviso visioni e best practice in merito all’etica del business. Tra questi Brian Smith, Associate Dean for Research, Lynch School of Education & Human Development Boston College, secondo cui «l'attenzione all'etica, prima di tutto, e alla tecnologia poi, fa sperare che la comunità imprenditoriale possa sviluppare prodotti e processi che rendano il mondo un posto migliore». Per Salvatore Pinto, Presidente AXPO «non bisogna perdere il controllo umano di quello che si fa con l'AI. E non bisogna deresponsabilizzare l'uomo in queste nuove applicazioni dell'AI». Roberto Tundo, Chief Innovation and Digital Officer Gruppo FS, ha spiegato che «occorre instaurare una vera e propria “cultura del dato” al fine di garantirne il corretto utilizzo, quindi anche dal punto di vista etico». Mentre Simona Arduini, Vice Presidente Banca Ifis, ha aggiunto che il presidente della banca, Ernesto Fürstenberg Fassio, ha puntato su «una gestione di impresa che mira a creare profitto ma anche a creare valore per il territorio, per gli stakeholder e dunque per le persone».

 

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