È scientificamente provato che i polpi sono esseri senzienti con un’intelligenza sviluppatissima: hanno capacità cognitive che includono la risoluzione di problemi complessi, l’uso della memoria, l’apprendimento osservativo e un sistema nervoso distribuito che consente loro di riconoscere le persone, adattarsi all’ambiente e, secondo alcuni studi, persino di sognare. Animali misteriosi, a metà tra scienza e mito, che il mare custodisce come enigma. Un enigma che quest’anno, però, nel sud dell’Inghilterra, si è fatto presenza concreta e ingombrante fino a diventare questione economica e sociale. A Brixham, pittoresco porto del Devon e sede del più grande mercato ittico del Paese, le reti dei pescatori hanno cominciato a sollevare un bottino inatteso. Non più soltanto passere di mare, rombi e sogliole di Dover, ma centinaia di polpi comparsi in quantità mai viste prima.
Un veterano della pesca locale, ha raccontato al New York Times l’euforia dei primi giorni: il prezzo medio di sette sterline al chilo ha fruttato fino a diecimila sterline in più a settimana, trasformando la sorpresa biologica in un’occasione di guadagno. Da mesi, nel mercato del pesce, non si parla d’altro. Il boom del polpo ha invaso la città: un caffè sul molo ha commissionato un murale a tema, un ristorante lo ha inserito accanto al fish and chips, e sui social spopolano i video che spiegano come cucinare questa specie, ancora insolita nelle cucine britanniche. «È l’anno del polpo», ha sintetizza la proprietaria di un locale che ha scelto di decorare la facciata con un disegno a otto tentacoli. Dietro l’entusiasmo, tuttavia, si affaccia la preoccupazione. I polpi non sono soltanto prede redditizie, ma predatori voraci. Colonizzano le nasse per granchi e aragoste come se fossero ristoranti all’aperto, lasciando solo gusci vuoti e resti scheletrici. «Animali feroci», li ha definiti l’amministratore delegato della Brixham Trawler Agents, che ha visto passare sotto i suoi occhi 12.000 tonnellate di polpi tra gennaio e agosto, con picchi di 48 tonnellate in un solo giorno. Un fenomeno «senza precedenti». Gli scienziati spiegano che la chiave è nel cambiamento climatico. «Siamo al limite settentrionale dell’area frequentata dai polpi mediterranei, ma le nostre acque si stanno scaldando, rendendo la Gran Bretagna sempre più favorevole alla loro presenza», ha affermato Steve Simpson, professore di biologia marina all’Università di Bristol.
L’innalzamento delle temperature ha reso il sud dell’Inghilterra una nuova frontiera per questa specie. È già successo negli anni Cinquanta: un’invasione improvvisa, durata un paio di stagioni, e poi il ritorno all’equilibrio. Nessuno, però, può prevedere se e quando accadrà di nuovo. Per i pescatori di crostacei la questione è tutt’altro che accademica. Un pescatore che vive di granchi e aragoste a Salcombe, ha ricorda lo shock della prima volta: «Centinaia di alieni» nelle sue reti, tre tonnellate in un solo viaggio, ventimila sterline guadagnate in un giorno. Ma l’euforia è durata poco: le sue nasse si sono presto riempite solo di gusci vuoti, segno del passaggio dei polpi. «Se la barca non si aggancia, non si ottiene un salario», ha detto ora temendo che il futuro della sua attività dipenda dai capricci del cefalopode. Brixham, intanto, continua a cavalcare l’onda. Robert Andre Simonetti, chef del ristorante Simply Fish, mostra sui social come lasciare il polpo sotto sale una notte intera, bollirlo con cipolla e alloro per due ore e poi grigliarlo il giorno dopo. «Un lavoro disordinato, l’inchiostro va ovunque», ammette, «ma il sapore, quasi come un’aragosta forte, ripaga lo sforzo». Nei suoi piatti lo serve con salsa hummus: un successo immediato tra i clienti. Negli ultimi mesi le catture sono diminuite: alle aste di Brixham, alle otto del mattino, ne restano ormai poche casse, vendute in gran parte a commercianti spagnoli e portoghesi, dove il prezzo sale più che in patria. Il destino economico della costa sembra legato dunque a quello di questi animali enigmatici: intelligenti, adattabili, imprevedibili. Nessuno sa se torneranno anche il prossimo anno, né quale sarà l’impatto sulle specie tradizionali. In fondo, è sempre il mare a decidere: generoso e capriccioso, come i suoi abitanti.