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Da sposati è più facile

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dire addio alle bionde

Albina Perri
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Una volta sposati, dire addio alle bionde è più facile. Lo sostiene Leonardo Fabbri, a capo della struttura complessa di malattie dell'apparato respiratorio dell'azienda ospedaliero-universitaria di Modena, il centro che lunedì prossimo ospiterà il convegno multimediale sulla broncopneumopatia cronico ostruttiva (Bpco), malattia che colpisce 600 milioni di persone nel mondo e che vede proprio nel fumo uno dei principali imputati. «Uomini sposati che convivono con non fumatori, poco dipendenti dalla nicotina - spiega Fabbri tracciando l'identikit di chi riesce a perdere il vizio - che hanno iniziato tardi a fumare e hanno già provato a smettere per periodi abbastanza lunghi. Prendere in considerazione questi elementi serve a capire chi ha più difficoltà a farcela e aiuta a intervenire in maniera più incisiva, quando occorre. Le donne, ad esempio, vanno aiutate a non temere l'aumento di peso e a fronteggiare gli effetti del ciclo mestruale sui sintomi dell'astinenza. Con chi ha iniziato a fumare da giovane, è invece necessario adottare una strategia aggressiva fin dall'inizio». E le bionde, ma soprattutto le strategie per abbandonare il vizio, saranno uno dei temi centrali dell'appuntamento modenese in programma lunedì prossimo sulla Bpco. «Bronchite cronica e asma bronchiale colpiscono in Italia oltre 6 milioni di persone - ricorda Fabbri - Sensazione di fiato corto e difficoltà crescente a compiere sforzi anche minimi sono i campanelli d'allarme, in particolare per la broncopneumopatia cronico ostruttiva responsabile di 18 mila decessi l'anno nel nostro Paese. Contro la Bpco abbiamo nuove armi per aumentare la qualità della vita dei malati, spesso gravemente limitata, ma non disponiamo ancora di soluzioni per bloccare la progressione della malattia».

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