La pizza bianca ha un tratto in comune con le dipendenze: la proiezione, l’aspettativa. Quella che il fedifrago (riluttante e non seriale) ripone nel prossimo tradimento, che si rivelerà patetico e posticcio. L’aspettativa che il dipendente (renitente e non totalizzante) ripone nella bottiglia o in qualsivoglia sostanza: le barriere possono crollare e il cedimento porta a pentimento istantaneo e paranoie postume. La bilancia costi-benefici volge al negativo.
Ovvio, scegliere una pizza bianca non trascina negli abissi del patetico, del pentimento, della paranoia. Semmai genera la passeggera medietà dell’insoddisfazione. Quel che unisce le tre circostanze - pizza bianca, fedifrago, tossico - è il meccanismo, il trigger: non ne sei affatto convinto, sei consapevole dell’errore, ma ci puoi cascare (come si scriveva in premessa, una questione di proiezioni e aspettative).
Se miti e leggende sono piccole bussole, didascalici maestri di vita, la predilezione della regina Margherita ci spiega più di un qualcosa: la sovrana avrebbe infatti rispedito al mittente una pizza priva di pomodoro. Già questo potrebbe chiudere la questione. Eppure il reale è sfumato, intelligibile, pieno di contrasti, di decisioni inspiegabili. Quante scelte avete fatto senza condividerle con voi stessi, hic et nunc, sfogliando il menù attovagliati a un ristorante? Ecco.
Ma perché accade? Perché si reitera l’errore? Semplice: proiezioni, aspettative e il luogo comune (ma reale) dell’eccezione che conferma la regola. Circostanziamo l’ultimo punto, quello dell’anomalia confermativa: siamo in un bagno in Versilia, tende bianche, sabbia fine e setacciata ogni sera, ampie porzioni di spiaggia a disposizione, cabine con porte a doghe orizzontali verdi e bianche, prezzi va da sé considerevoli. Un giardino con prato all’inglese. Un ristorante e un forno a legna. Nel menù una pizza bianca: mozzarella, fiori di zucca, alici. La paradigmatica eccezione che conferma la regola. L’impasto poco idratato, a lievitazione breve, cottura più lunga e a temperature inferiori rispetto alla pizza napoletana, che risulterebbe troppo liquida per esaltare i tre semplici ingredienti. Acciughina di qualità, fiore di zucca appena scottato in forno, come mozzarella un fiordilatte vaccino asciutto e compatto, delicato quanto basta ad esaltare alici e fiori.
Ovvio, la pizza in questione non è certo un unicum ma è inspiegabilmente rara, nei menù latita. In questo bagno versiliese la servono al suo meglio: nessun pentimento, proiezioni e aspettative per una volta appagate. Così da poter sbagliare ancora, ordinando chissà quale altra pizza bianca.