Negli ultimi anni, la dieta senza glutine è diventata non solo una necessità per chi soffre di celiachia, ma anche un fenomeno di moda. Sempre più persone scelgono di eliminare il glutine dalla propria alimentazione, spinti da motivazioni di salute, benessere o tendenza. Ma cosa dicono realmente le ricerche scientifiche sulla tolleranza al glutine? Quali sono i rischi e i benefici di una dieta priva di questa proteina? Negli ultimi anni il “gluten free” è diventato una vera tendenza. Scaffali dedicati, influencer che lo promuovono, ristoranti che dichiarano impasti senza glutine come se fosse un superpotere.
Parliamo con il Dott Fabio Gregu biologo nutrizionista per capire e comprendere quando il glutine rappresenta un problema reale, quali sono le patologie correlate e quali i rischi di una eliminazione non necessaria. Il Dott Gregu sottolinea che “il punto non è demonizzare il glutine, ma capire quale glutine stiamo mangiando. Il frumento moderno — iperproduttivo, selezionato per migliorare la resa industriale e la forza panificatoria — contiene percentuali molto più elevate di gliadina e glutenina, le due proteine che formano il glutine. Questa combinazione, insieme a processi di lavorazione accelerati (lievitazioni rapidissime, farine raffinate, additivi, impasti aglutinati), aumenta l’indice infiammatorio del prodotto finale. Il risultato? Un glutine che il nostro intestino tollera sempre meno”.
Quali differenze esistono quindi tra le qualità del glutine ? Il dott Gregu ci spiega che “non tutto il glutine è uguale. Esistono cereali con un profilo proteico molto più equilibrato — come Grano Monococco ,Senatore Cappelli, Russello, Tuminia, Saragolla — che presentano una struttura del glutine più semplice, meno aggressiva e decisamente più digeribile. Non sono miracoli: sono coltivazioni meno manipolate e più vicine a ciò che l’uomo consumava per millenni”. Esistono quindi alternative naturalmente senza glutine? Il nutrizionista consiglia che “per chi vuole ridurre il carico infiammatorio o ha un intestino particolarmente sensibile, la natura offre alternative eccellenti: grano saraceno, ricco di polifenoli e a basso impatto glicemico, riso italiano, facilmente digeribile, avena certificata gluten free, saziante e benefica per il microbiota”.
Importante continua il dott Gregu è ricordare che “solo chi è celiaco accertato e diagnosticato deve eliminare completamente il glutine. Anche chi presenta una sensibilità al glutine non celiaca documentata può beneficiare dell’eliminazione o riduzione, sempre sotto guida professionale. Per tutti gli altri, la scelta non deve essere di “paura”, ma di qualità e varietà”.




