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Alessandra Mussolini: "Un momento difficile, ma se Berlusconi chiama io rispondo"

simone cerroni
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"Guardi, quando il presidente Silvio Berlusconi chiama c'è poco da girarci intorno". Così Alessandra Mussolini commenta la sua candidatura alle europee nelle liste di Forza Italia in un intervista a La Repubblica di giovedì 17 aprile.  E' di buon umore, la parlamentare napoletana, che sembra essersi messa alle spalle, apparentemente, la brutta storia che ha visto protagonista il marito, Mauro Floriani, indagato per prostituzione minorile nella vicenda delle baby squillo dei Parioli. La scoperta  - La senatrice rivela la sua sorpresa per la candidatura, arrivata solo in serata, sostenendo di non sapere nulla e di aver appreso la notizia dal giornalista. Una circostanza curiosa, poiché il suo inserimento nelle liste dell'Italia Centrale era certa da ore, da quando Silvio Berlusconi l'aveva chiamata. Inizialmente si parlava di schierarla nella sua Campania, ma ha scelto Roma. Forse per tenere "sotto controllo" la situazione famigliare. La senatrice è quindi pronta a dare il suo contributo, "perché stiamo vivendo un momento particolare nella vita del nostro partito e del nostro leader". La chiamata - Secondo quanto si è appreso, il Cav al telefono le avrebbe detto: "Alessandra ci devi essere. Sei una donna forte, lo hai dimostrato in questi mesi di difficoltà. Sei un modello femminile che può esserci di grande aiuto". L'ex premier si riferiva alla dignità e alla forza con cui la nipote del Duce ha affrontato l'ultimo, difficile, periodo. Magari si riferiva a quelle foto pubblicate da Chi, in cui veniva ritratta insieme al marito dopo la "tempesta". La Mussolini, a Repubblica, decide anche di parlare brevemente della vicenda: "Sono solo fasi della vita. Ci possono essere delle difficoltà. Bisogna andare comunque avanti. E io lo sto facendo con le mie forze". Infine un'ultima: "E a casa? Ne ha parlato della sua candidatura? Com'è stata presa la notizia?". La senatrice non risponde. Forse, ipotizza Repubblica, il frastuono dell'aula del Senato era troppo alto per sentire le sue parole. O forse alla domanda ha preferito non rispondere.

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