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Giulia Innocenzi: "M5s sbaglia con Orfeo". Ma lei voleva "licenziare" Augusto Minzolini

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Andrea Tempestini
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Finite le trasmissioni, e complice la pausa estiva, la santorina Giulia Innocenzi, dopo i fasti del suo AnnoUno, era sparita dai radar, dove ritorna prepotentemente per una polemica-web scoppiata nelle ultime ore. Succede che la Innocenzi, su Facebook, scriva: "Vorrei vivere in un paese dove una forza politica non chiede di far fuori un giornalista. Lo critica, chiede la rettifica, lo porta in tribunale. Ma non fa come il M5S che chiede di licenziare il direttore del Tg1. Anche perché richieste del genere cozzano invece con la battaglia meritoria per liberare la Rai dai partiti". Il riferimento di Giulia è alla richiesta di Beppe Grillo piovuta sul suo blog, quella di rimuovere Mario Orfeo dalla direzione del tg della rete ammiraglia di Viale Mazzini, poiché si sarebbe macchiato di presunti "servizietti faziosi" sul Movimento 5 Stelle. Quel vecchio post - Una presa di posizione legittima, quella della Innocenzi. Peccato però che l'inesorabile popolo del web sia prontamente andato a ripescare un vecchio post della santorina, sempre dato in pasto al pubblico su Facebook. L'8 dicembre 2011 - pochi giorni dopo la caduta dell'ultimo governo Berlusconi - la Innocenzi scriveva: "Minzolini chiede di non essere mandato in esilio a New York: accontentiamolo. LICENZIAMOLO E BASTA" (in caps lock, tutto maiuscolo, proprio come i tanto vituperati e dai lei criticati grillini). Insomma, la santorina Giulia voleva la testa del direttorissimo (che, in verità, aveva già rassegnato le proprie dimissioni a maggio, complici le polemiche per le spese con le carte di credito e quelle sulla presunta epurazione di Tiziano Ferrario). La santorina, insomma, ambiva a cacciarlo tout-court dalla Rai. In maniera molto simile a quanto ambiscono a fare oggi con Orfeo quei grillini contro i quali la maestrina Giulia punta il dito. La difesa che fa acqua - Sul web monta la polemica, e la Innocenzi, prontamente, risponde: "Mi fate morire dal ridere - riesordisce su Facebook -: passate le giornate a spulciare vecchie dichiarazioni per cercare di dimostrare una supposta incoerenza" (forse è proibito farlo?). E per la santorina "questa volta avete perso tempo inutilmente". Giulia, infatti, giustifica l'incoerenza spiegando che "ho infatti scritto che UN PARTITO non dovrebbe chiedere di rimuovere un giornalista (...) E cosa c'entra se DA CITTADINA, e quindi senza alcun tipo di conseguenza concreta, su Facebook anni fa ho scritto di licenziare Minzolini". Insomma, per la Innocenzi "un conto è se le cose vengono dette da un cittadino, tutt'altra storia è se sono atti ufficiali di un parlamentare". Peccato però che il "cittadino Innocenzi" possa disporre di una discreta potenza mediatica: insomma è un volto pubblico, una giornalista impegnata, altro che "cittadino". Inoltre, appare poco elegante invocare, seppur in passato, il licenziamento di quello che è in tutto e per tutto un collega. Ma tant'è. Per Giulia, chi la critica, ha toppato. La santorina chiude poi con una velata minaccia: "Un consiglio: dedicate il tempo a rispondere nel merito alle critiche. Che la vostra macchina del fango mi sembra un tantino inceppata. E il rischio è che gli schizzi vi tornino indietro". Molto livore, insomma: coda di paglia?

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