Cerca
Cerca
+

Romina Power: "Sono diventata buddista ma il Dalai Lama dice bugie"

Esplora:

Ignazio Stagno
  • a
  • a
  • a

Il film Il segreto d'Italia diretto dal padovano Antonello Belluco, oltre ad avere il pregio di raccontare un episodio terribile e dimenticato della nostra storia - l'eccidio di centinaia di persone colpevoli di essere fasciste a Codevigo, nel 1945, e per questo parecchio osteggiato dalla sinistra, Anpi in testa - ha anche un'altra particolarità. Segna il ritorno sullo schermo dopo anni di Romina Power, tornata di recente alla ribalta anche per una serie di concerti di successo assieme ad Al Bano che ha fatto scatenare i giornali di gossip. La Power ci ha risposto dalla sua abitazione di Los Angeles in un italiano splendido, velato da un piacevole accento americano. «Ho deciso di partecipare al film quando mi è arrivato il copione, bellissimo, scritto da Antonello Belluco e Gerardo Fontana. Mi ha conquistato. E poi conoscevo l'opera di Belluco. Ci eravamo incrociati a un festival, qualche anno fa. Io presentavo un cortometraggio, lui Antonio, guerriero di Dio. Conoscevo quindi il suo modo di lavorare e il suo stile. E mi piaceva molto». Che ne pensa della polemica che la sinistra italiana ha montato sul film? «Non mi occupo della polemica. Chiunque veda il film si rende conto che tratta di un momento tragico della storia italiana, ma non prende le parti di nessuno. I partigiani non sono soltanto cattivi. Ci sono anche partigiani buoni. E lo stesso vale per i fascisti. Trovo bellissima la frase che dice a un certo punto un contadino, che chiede: “Ma noi che cosa siamo? Prima eravamo fascisti, e ora…”. La moglie gli risponde: “Siamo contadini. Noi dipendiamo dalla terra”». Però, per motivi ideologici, è stato detto che il film è brutto, ridicolo, che lei non sa parlare il dialetto veneto. «Beh, a giudicare dal successo che il film sta avendo proprio nella provincia veneta dove è stato proiettato, credo che non si tratti di critiche imparziali e costruttive, anzi. La critica è la benvenuta quando è costruttiva». A proposito di critiche. Lei è tornata a cantare in Russia, un Paese che spesso viene attaccato, dalle nostre parti. Come le è sembrata la terra di Putin? «Sono tornata in Russia l'anno scorso. Mancavo dal 1986 e devo dire che c'è stato un enorme cambiamento. Tuttavia ho visto che la maggioranza della gente non stava bene allora e non sta bene adesso. C'è un certo numero di persone che stanno decisamente bene, ma gli altri no. Cambia il sistema, ma la scontentezza della gente rimane. Sono molto affezionata ai russi. Sono un popolo molto sentimentale, che non dimentica mai quello che ha amato anche se risale a 30 o 40 anni fa. Per quel che riguarda Putin... non l'ho mai incontrato». Però i russi l'hanno convinta a tornare a cantare con Al Bano. «È stato un caso che quel concerto si sia svolto in Russia. Il motivo è che quell'impresario è stato più propositivo di altri. Ma avrebbe potuto organizzarlo anche un altro di qualsiasi nazionalità. Mi sono convinta a cantare di nuovo con Al Bano per vari motivi. Intanto perché la mia mente è cambiata. Ora che ho trovato il dharma e pratico il buddismo, non ho più barriere verso le altre persone. E poi in quell'occasione mi hanno invitato a festeggiare i 70 anni di Al Bano, assieme ad altri cantanti italiani. Mi sembrava più giusto e spontaneo accettare». I giornali di gossip hanno parlato di un riavvicinamento anche sentimentale fra di voi. «Sono veramente stufa dei giornali e delle trasmissioni in cui ognuno dice la sua e bla bla bla... Anzi, sto cominciando a stancarmi della mia stessa immagine. Tutti hanno le loro supposizioni e noi risultiamo falsati. Diventiamo stucchevoli, persino per noi stessi». Perché è diventata buddista? «Erano anni che cercavo qualcosa che mi desse delle ragioni, delle risposte a domande che mi portavo dietro da anni. Non trovavo qualcosa che avesse senso. Poi ho trovato un maestro, e ogni sua parola ha senso compiuto. Non ci sono discrepanze e controindicazioni. E poi quella a cui faccio riferimento io è una tradizione antichissima che il mio maestro ha reso accessibile alle persone di oggi. Viene dal Tibet, ma non è associata al Dala Lama. Anzi, il Dalai Lama sta causando gravi problemi». Il Dalai Lama? E perché? «Perché mente». Si spieghi meglio. «Ha proibito la venerazione di quasto protettore del dharma che si chiama Dorje Shugden. Tanto che ha causato delle gravissime difficoltà al suo popolo. Sia alla parte che è rimasta in Tibet sia a quelli che sono stati esiliati in India. Chi vuole seguire Dorje Shugden viene emarginato, gli è proibito persino di comprare in certi negozi. Ci sono state parecchie dimostrazioni contro il Dalai Lama da parte di tibetani e da altri monaci che seguono questa tradizione. Ma quando il Dalai Lama viene interrogato in proposito nega». Come si svolgono le sue giornate? «Non ho una giornata tipo, anche perché non mi piace avere una giornata uguale all'altra. Sto terminando un romanzo. E poi ho un copione cinematografico in fase di sviluppo». Continuerà a cantare? «Certo, anche perché c'è qualche tournée qui negli Usa e in Canada la primavera prossima, sempre con Al Bano. Da sola non faccio tour...». Al di là dell'aspetto sentimentale, che rapporti ha con lui oggi? Com'è andare in tour insieme dopo tanti anni? «Adesso abbiamo ritrovato questa amicizia che è molto bella. Ed è bello anche aver ritrovato il gruppo. La maggior parte dei musicisti e dei vocalist stava con noi anche prima. È come ritrovarsi con un gruppo di amici. Abbiamo un maestro bravissimo. È divertente fare questi excursus nel pop italiano. Il pubblico poi è sempre più caloroso, e mi piace vedere che ai nostri concerti vengono intere famiglie. Ci sono varie razze: negli Usa si mescolano persone di nazionalità diverse, che ci conoscevano dai loro Paesi di origine: italiani, ma anche greci, armeni, russi, turchi. E iraniani. Eravamo popolarissimi in Iran prima che succedesse il patatrac...». Quanto spesso torna in Italia? Come vede il nostro Paese? «Torno più di una volta l'anno. E ogni volta che torno trovo una nuova tassa! Mi dico: “Che cosa c'è di nuovo? Un'altra tassa”. E vedo che tutti si lamentano... Ma non crediate che qui negli Stati Uniti si stia meglio». No? «La classe media sta scomparendo. C'è una classe alta abbastanza forte, ma la middle class scompare e gli altri ce la fanno a malapena ad arrivare a fine mese. E poi è un Paese strano. Basti pensare che dal 1980 a oggi sono state costruite in California 22 prigioni e una sola università. Poi la gente si indebita per tutta la vita per riuscire a ottenere una laurea e non sa se potrà metterla a frutto. E per risparmiare tante persone vanno a mangiare porcherie nei fast food e si rovinano pure la salute. Questo è un Paese che in apparenza è bello. La natura, per esempio, era bellissima in America. Ma già il fatto che gli americani si siano conquistati tutto sterminando con bugie e tranelli i nativi dice tanto… Avevano un cattivo karma fin dall'inizio». Qual è il suo orientamento politico? «Sulla politica non mi espongo, perché non trovo persone da ammirare 100%. Se guardo al passato penso a Gandhi, Martin Luther King e John Lennon. Che era un personaggio politico, anche se sembrava un cantautore. Forse è per quello che...». Ha mai conosciuto qualcuno dei Beatles? «Paul McCartney, da giovanissima, per caso. Quando stavo con Stash de Rola, il figlio di Balthus. Era amico di Paul e mi portò una volta a casa sua. Abbiamo tentato di fare una seduta spiritica...». E come è finita? «Che mia sorella, seduta di fianco a Paul, aveva un dito che toccava il suo. E tremava, ma non perché aveva paura della seduta spiritica...». di Francesco Borgonovo

Dai blog