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Quagliariello manda via la sorella di Carminati e rovina un matrimonio

Ignazio Stagno
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Il 18 maggio scorso Massimo Carminati, il Nero di Mafia Capitale, telefona al titolare di Unibar, Giuseppe Ietto. E – intercettato come sempre- gli passa la sorella Micaela, che sta cercando lavoro. Lei spiega: “Mah… Io adesso sto lavorando, ma credo che a fine maggio finisco. Finisco, ma sono tanti anni che sto lì, a una fondazione- Magna Carta, quella di Quagliariello. Capito? E solo che ormai il lavoro c'è poco e che di conseguenza, insomma…”E in effetti il segretario Ncd Gaetano Quagliariello pochi giorni dopo chiude il rapporto con Micaela Carminati, che per anni aveva lavorato in segreteria alla sua fondazione con uno stipendio di circa 950 euro al mese. Lei trova subito lavoro all'Unibar di Ietto, dove si occupa di relazioni esterne. Quel che il politico attento ai valori non negoziabili non può sapere è che mandando via la sorella del Nero diventa responsabile indirettamente di una crisi coniugale. A scoprirla sono gli investigatori qualche giorno dopo, grazie a una cimice piazzata sulla Mercedes di Ietto. Quell'assunzione di Micaela non va proprio giù alla moglie di Ietto, Livia, che in auto fa una scenataccia di gelosia. Livia chiede al marito: “Ma chi è questa? E' una mega figa? Eh? E' una mega figa??”. Lui prova a schermirsi: “Io non prendo le mega fighe”. Ma Livia insiste e attacca. E Ietto si fa serio: “Non fare la ragazzina!”. La moglie chiede più particolari su quell'assunzione, insospettita dal riserbo assoluto del coniuge: “Adesso me lo dici… No, adesso me lo dici, se no mi incavolo! Guarda, adesso mi metto ad urlare”. E ancora: “Ecco perchè non mi porti più in giro!! Ho capito! Adesso porti lei, giusto?”. Lui cede solo sul nome: “Si chiama Micaela”, e dice di avere fatto un favore a un amico, di fidarsi. Lei non cede: “Ma io non mi fido mica, sai! Non mi fido proprio…”. E va a finire male, con una scenataccia.  di Franco Bechis

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