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Arrigo Sacchi difende Carlo Tavecchio: "Non è razzista, dietro di lui ci sono degli interessi forti"

Federica Scano
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"Tavecchio non è razzista, creda a me". A parlare è Arrigo Sacchi, pluripremiato ex allenatore del Milan e dirigente sportivo, che difende il presidente della Figc, Carlo Tavecchio,  in un'intervista sul quotidiano Il Corriere della Sera. "Nemmeno xenofobo . Lo consoco bene. Lui parla come se fosse sempre al bar", ha continuato Sacchi cercando di far tacere le polemiche sulle dichiarazioni poco sportive del numero uno del calcio italiano. Dalla celebre frase su Optì Poba ("È è venuto qua ma prima mangiava le banane") a quella contro gli ebrei e contro i gay ("Tenete lontano da me gli omosessuali" e "Non ho niente contro gli ebrei, ma meglio tenerli a bada") in molti si sono chiesti perché il calcio in Italia debba essere rappresentato da un uomo che in altri paesi europei avrebbe già perso la carica a causa di queste indiscutibili affermazioni irrispettose. Stanno uccidendo il calcio - "Viviamo in un sistema dove prevalgono i privilegi, gli interessi rispetto ai meriti e ai valori. L'elezione del presidente federale avviene attraverso gruppi di potere, non certo pensando al bene comune. E lo stesso Tavecchio non è certo stato eletto perché sostenitore di un buon programma. Questo nel nostro sistema passa in second'ordine", ha dichiarato l'ex mister. La "pugnalata" a Galliani - Secondo Sacchi dunque sarebbero stati degli interessi forti a nascondersi dietro al presidente della Federazione aggiungendo che l'omertà comanda nel calcio come nel Paese. Sembrerebbe proprio che l'ex allenatore rimandi ai fervidi sostenitori di Tavecchio, i dirigenti Adriano Galliani, suo ex compagno nella società rossonera, e Claudio Lotito, nella corsa alla presidenza, date queste insinuazioni pungenti. 

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