Conchita De Gregorio: "Quando dirigevo l'Unità ero murata viva"
Conchita De Gregorio, ex direttrice dell'Unità, torna protagonista. Lo fa pubblicando un libro dal titolo Chi sono io? in cui cerca di fare luce sul fenomeno degli ultimi anni: i selfie. Ossia il frenetico bisogno di apparire (sempre al meglio) e di autopromuoversi. Il libro, edito da Contrasto, cerca di rispondere alla domanda delle domande: perché cerchiamo sempre tanti like? La De Gregorio se lo spiega così: ricerca di "ammirazione". "Per questo ci auto-rappresentiamo perlopiù sempre in situazioni di benessere – posti belli, compagnia di persone importanti – e il ritratto non è mai una posa a perdere, non ci si offre cianotiche, tristi e struccate", dice la giornalista a Vanity Fair. Per approfondire leggi anche: "Conchita de Gregorio mi fa sesso": la porno confessione di Rocco Siffredi Conchita parla anche dell'esperienza come direttrice dell'Unità, nel 2008, prima donna a ricoprire una carica simile. "Una grandissima responsabilità addosso: avere la guida di un giornale è significato murarmici viva, dalle sette di mattina alle due di notte", dice, "più dell'interesse, più del potere del comando, da lì partì piuttosto un'inversione fondamentale dei meccanismi della popolarità. Oggi so che il fuori campo è la posizione migliore per chi è strumento che porta il racconto, senza però farne parte. Si è concentrati meglio sul mondo". La De Gregorio non si sente una militante. Crede solo in una cosa: il dubbio. "L'unica religione cui sono devota".