"Azioni concrete a tutela delle lavoratrici neo-mamme", parte la campagna #mobbingmaternita
Roma, (AdnKronos) - "In 5 anni in Italia i casi di mobbing da maternità sono aumentati del 30%: chiediamo azioni concrete a tutela delle lavoratrici neo-mamme". Questa la richiesta della campagna mediatica #mobbingmaternita promossa su Megashouts.org e diretta al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti. Oggetto dell'iniziativa sono le vessazioni, le discriminazioni, le ingiustizie e le dimissioni in bianco che costituiscono la triste quotidianità di molte lavoratrici da poco diventate madri, considerate dalle aziende meno produttive e pesi fastidiosi. Questa preoccupante realtà è ad oggi considerata parzialmente dal governo Renzi che, se da un lato propone bonus bebè e incentivi alle famiglie, dall'altro non pone la giusta urgenza all'aumento delle tutele a favore delle lavoratrici col pancione. A raccontare che l'Italia non è un Paese per mamme ci ha pensato l'Osservatorio nazionale mobbing con i suoi dati, numeri che fanno molto riflettere: in 5 anni i casi di mobbing da maternità in Italia sono aumentati del 30%, solo negli ultimi 2 anni sono state licenziate o costrette alle dimissioni 800mila donne, 350mila sono quelle discriminate per la maternità o per aver richiesto di conciliare lavoro e vita familiare, 4 su 10 le madri costrette a dare le dimissioni per il "mobbing post partum". Di tutte queste donne, molto poche possono permettersi di portare avanti un'azione legale. I dati riguardano tutto il Paese in misura più o meno uguale, con una concentrazione nelle metropoli, Milano in testa. La campagna #mobbingmaternita chiede che questa situazione venga inserita nell'agenda dello Stato con estrema urgenza e che venga affrontata il prima possibile con azioni concrete a tutela delle neo mamme. Tutti sono invitati a il proprio contributo al tam tam mediatico, andando al link http://goo.gl/0mxlLn e cliccando su "agisci".