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Patrizia Rossetti, furia contro il molestatore: "Gli ho dato un calcio là sotto", vendetta atroce

Maria Pezzi
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Patrizia Rossetti, la rossa delle televendite, l' ex regina delle telenovelas e di Rete 4, si gode un momento di rivincita da una televisione che l' ha un po' messa da parte. Con Maria Teresa Ruta, ha vinto l' ultima edizione di Pechino Express.  E dire che non dovevate gareggiare in coppia. «Io dovevo partire con mio marito. Lei con un parente. La produzione poi ha cambiato idea».  Maria Teresa ha dichiarato a Spy: «La Rai mi ha cacciato dopo che ho detto no a un dirigente che mi aveva molestata». A lei è mai successo? «Ho avuto un paio di episodi, non ne ho mai parlato. Prima di fare tv, ho fatto la segretaria personale di un titolare toscano di import export, caro amico di mio padre. Avevo 19 anni e, quest' uomo di un metro e ottanta, mi mise le mani addosso».  Lei come ha reagito? «Da buona toscanaccia, ho alzato il ginocchio, gli ho dato un colpo nelle palle e sono scappata a casa. Sono andata sotto il negozio di mio padre che faceva il parrucchiere. Aveva un rasoio in mano, voleva partire e dargli una rasoiata nella gola. "No guarda, ho risolto io", gli ho detto».  E in televisione? «Non mi è mai capitato. Ci sono stati un paio di personaggi abbastanza forti che ci hanno provato. Con uno ho fatto finta di non capire la domanda, ho fatto l' idiota».  E il secondo? «Mi convoca nel suo ufficio e mi dice: "Ma io e te, perché non è mai successo niente?". E io: "Perché, deve succedere qualcosa?"».  Stroncato. «Io capisco le donne che non sanno reagire. È come un dolore. Non puoi giudicare. Dipende anche dal momento. Se mi fosse successo in un momento di fragilità, magari mi sarei comportata diversamente. Ma una cosa è chiara». Per approfondire leggi anche: Maria Teresa Ruta maschera il dirigente Rai porcello Quale? «I provini non si fanno mai nelle camere d' albergo. E, seconda regola, non si va mai da sole».  Dopo Pechino Express cosa farà? «Penso di cavalcare questa onda con Maria Teresa, ho già messo in moto qualcosa».  Questa vittoria è una rivincita? «Un po' sì e mi fa piacere. Un po' mi dispiace: sono in televisione dal 1981, con la Rai, e poi sono cresciuta in Mediaset. Mi è dispiaciuto che la rete che mi ha cresciuta, almeno negli ultimi anni, non abbia trovato il modo di "sfruttarmi"».  Quale offerta le sarebbe piaciuto ricevere? «Ho fatto quasi di tutto. Avrei voluto che mi tenessero da conto. Ho portato anche dei bei soldini, di promozioni ne ho fatte cinque al giorno. Le faccio da 30 anni».  Giorgio Mastrota diceva che guadagna 850mila euro l' anno con i materassi. E lei? «Forse ha esagerato. Ma si guadagna bene. Non si guadagna più come ai bei tempi. Le cose sono cambiate, ma per tutta l' Italia». Nel 2005 ha partecipato alla Fattoria, è arrivata terza. «Lì mi hanno tenuta in considerazione, sono stata anche l' unica donna arrivata alla fine, ma poi non è successo più niente».  Quindi il Grande Fratello non lo farebbe. E l' Isola? «È il reality più vero. Lo seguo, ne so più dell' opinionista e del conduttore (dice sorridendo, ndr). Adesso, dopo Pechino, faticherei a ripartire. Non vorrei neppure diventare la "Rossetti dei reality". Ma uno in testa lo avrei».  Ballando con le stelle? «Sì. Amo ballare. Magari Milly Carlucci può farci un pensierino. E poi vorrei fare l' opinionista. Sono super preparata su tutti i reality». Ha fatto da giovanissima Sanremo con Claudio Cecchetto. È stata scoperta da Baudo a Domenica In. Cosa le ha insegnato? «Può avere l' operaio della Brera o il Papa, ma devi trattare tutti allo stesso modo. Non devi per forza sbraitare».  La tv urlata fa ascolto. «Ma non mi piace».  Altri insegnamenti? «Sempre Baudo mi ha insegnato che in tv non occorre essere simpatici. E mi fece l' esempio di Vittorio Sgarbi».  Sgarbi? «Non piace a tutti ed intervistarlo è faticoso. Una sera mi invitò a cena, e io ero talmente stanca, ero fusa dopo averlo intervistato: "Vittorio mi spiace, ma sono a pezzi". E tutt' oggi quando mi incontra mi dice: "Ah, la Rossetti, l' unica donna che mi ha detto di no"». di Alessandra Menzani www.tremenza.it

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