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Olio Cuore, Nino Castelnuovo: l'uomo che saltava staccionate negli spot è oggi quasi cieco

Matteo Legnani
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"Olio Cuore, mangiar bene per sentirsi in forma". Erano gli anni '70 e '80, quelli dell'Italia che ancora non consumava extravergine di oliva come fosse acqua. Soprattutto al Nord si consumava il burro e l'olio era qualcosa usato sopratutto per friggere. Ma erano anche gli anni in cui la "panza", i "rotolini", i chili di troppo, insomma, cominciavano ad agitare i sonni degli italiani. E il burro, certo, non aiutava. L'olio iniziò a farsi strada. Quello d'oliva e anche quello di semi, considerato meno grasso e più leggero. Non solo per friggere. "Cuore" era il brand che la faceva da padrone, col suo olio di semi di mais. Arrivò anche a sponsorizzare il Milan, seppur per un breve periodo. E lo spot pubblicitario con l'uomo non giovanissimo eppur in forma al punto da saltare una staccionata dopo aver detto "mangiar bene per sentirsi in forma" divenne un tormentone. Insomma, qualcosa che tutti conoscevano. Leggi anche: Olio di semi, l'allarme: non usatelo per friggere, causa cancro e Alzheimer In pochi, invece, sapevano (e sanno) chi era il saltatore di staccionate: Nino Castelnuovo, prima di quello spot che lo rese immortale per una generazione di italiani, era l'attore che interpretò nel 1967 Renzo Tramaglino nei promessi Sposi, nella prima trasposizione televisiva Rai del romanzo del Manzoni. In pochi sanno, anche, che quell'uomo all'apparenza ritratto della forma fisica e della salute in realtà soffriva di una grave malattia che oggi, ultraottantenne, racconta in un libro: il glaucoma, che ha avuto un impatto significativo sulla qualità della sua vita e sulla sua vista fin da quando aveva 35 anni. Una malattia cronica che allora era incurabile (mentre dal prossimo anno sarà prevenibile o curabile addirittura con un piccolo intervento in day hospital), e che lo ha reso progressivamente sempre più ipovedente, al punto da renderlo oggi praticamente cieco. Leggi anche: Glaucoma, la cura definitiva dal 2019 anche in Italia: basta un piccolo intervento in daay hospital... La sua testimonianza è raccolta nel libro, «Glaucoma: Apriamo gli occhi sulla malattia», pubblicato di recente con il contributo di diversi esperti (medici, ricercatori, istituzioni, associazioni pazienti, giornalisti) per fare luce sugli aspetti scientifici, socio-economici, psicologici di questa malattia «sociale», così come l'ha definita l'Organizzazione Mondiale della Sanità, che colpisce oltre un milione di italiani a partire dai 40 anni e che rappresenta la seconda causa di cecità in Italia.

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