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Butterfly, la serie sul bambino di 11 anni che vuole diventare una bambina

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Maria Pezzi
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Essere se stesso o ubbidire ai genitori? Vivere e vestirsi come un bambino (quale è fisicamente) o come una bambina (come si sente in realtà)? Assecondare la società o seguire la propria natura? Un bambino di 11 anni dovrebbe solo giocare e divertirsi, invece Max si trova di fronte a un dramma devastante. Un dilemma che lo consuma. E' nato in un corpo da uomo che lui odia. Detesta il calcio, non sopporta che la sua voce diventi roca, non vuole andare nel bagno dei maschi e rifiuta la divisa della scuola. Vuole solo ballare, vestirsi di rosa, mettersi rossetto e braccialetti. La sua storia è al centro dell'intensa serie tv britannica Butterfly, al via in prima visione assoluta il 17 dicembre tutti e tre gli episodi, dalle 21.00 su FoxLife (Sky, 114).  Creata da Tony Marchant, tratta il tema della disforia di genere, parla di cosa si prova a essere un trans a 11 anni e dello strazio che vivono i genitori. Vicky e Stephen, mamma e papà, sono separati. Si trovano di fronte alla richiesta del bambino, determinatissimo nel voler cambiare sesso. "Non sono gay", ripete in casa e ai compagni di scuola che notano i suoi comportamenti stravaganti.  Il primo giorno di scuola Max si fa la pipì addosso: "Non posso andare nel bagno delle femmine ma neanche in quello dei maschi. Non mi sento a mio agio", dice alla madre.  Max vuole diventare Maxine. Per il padre è più difficile, si aggrappa ancora all'idea che il figlio stia vivendo una fase passeggera, che sia confuso, che con la pubertà la sua voglia di vestirsi con abiti femminili passi. All'inizio i genitori trovano un compromesso con Max: "A casa si veste come vuole, quando è a scuola va con la divisa maschile". Ma è solo una soluzione provvisoria. Lui scalpita e arriva addirittura a farsi del male. Da lì i genitori decidono di assecondarlo di più.  La prima puntata di Butterfly, nel Regno Unito, ha fatto il botto di spettatori. Il primo episodio è andato in onda il 14 ottobre ed è stato visto da più di 2 milioni di spettatori. A occhio e croce non sarà la serie preferita da Mario Adinolfi e dal ministro Fontana... La serie abbraccia il pensiero di una famiglia formata da tre generazioni con diversi punti di vista e diverse sensibilità. La nonna di Maxine è ancora legata alla tradizione, incarna lo stupore e lo scetticismo della vecchia generazione davanti ai cambiamenti come se fossero “assurdità moderne”. Il tema della "teoria gender" è molto attuale e divisivo. Si parla di bullisimo, come è ovvio, e dei "bloccanti della pubertà", che molti adottano per aspettare di capire a quale genere si sentono più vicini. Ma che non andrebbero presi  come le caramelle. Le polemiche non mancheranno. di Alessandra Menzani

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