Era il suo sogno da anni e oggi finalmente lo realizza. Sarà una «Madre Coraggio» intensa e particolare quella che ci si aspetta da Vincenzo Pirozzi (nella foto), attore e regista nato e cresciuto al Rione Sanità, che debutta venerdì 14 giugno, alle 20.30, nel chiostro della basilica di Santa Maria della Sanità a Napoli con «Mater», riadattamento della famosa opera di Bertolt Brecht, che ha riscritto insieme a Giuseppe D’Ambrosio. Il dramma, uno dei capolavori del drammaturgo tedesco, fu scritto per il teatro nel 1939 alla vigilia della seconda guerra mondiale e ma andò in scena la prima volta a Zurigo nel 1941. La protagonista è Anna Fierling, soprannominata Madre Coraggio (Madre Courage) perché ha sfidato le cannonate di una battaglia per vendere cinquanta pagnotte che stavano ammuffendo. La vicenda ha inizio nel 1624, da quando cioè la donna segue l’avanzata di un reggimento dell’esercito svedese in Polonia su un carro (che è per lei casa, bottega, mondo) trainato dai figli Schweizerkas e Eilif e con la figlia muta Kattrin. Madre Courage è l’emblema della donna che ha imparato dalla vita ad essere più forte della vita stessa e dei suoi pericoli, a prezzo di continui sacrifici, pronta a ferire e a uccidere se necessario per sopravvivere. Ma della guerra, intesa come conflitto di uomini contro i propri simili, la donna non ha imparato nulla. Essa è un evento in cui si è trovata coinvolta, ma che le rimane emotivamente e soprattutto ideologicamente estraneo, perché ella non ne capisce le ragioni. In «Mater» (nome dato ex novo al dramma dal libero adattamento) riscritto da Pirozzi (che ne cura la regia) e D’Ambrosio, il troncone principale della storia è simile a quello di Brecht. L’adattamento temporale invece è spostato in un futuro post apocalittico, dove il mondo vive una guerra globale che vede il popolo contrapposto alla politica. Finalmente è venuto fuori che su Marte c’è possibilità di una nuova vita e il mondo fa di tutto per accaparrarsi un biglietto solo andata per “la terra rossa”. Le religioni quasi non esistono più, la gente non ha più un “credo”, nonostante ci sia ancora qualcuno che cerca di divulgare la parola del Signore. Il carro è sempre il centro di tutta la messinscena, come era casa, mondo, tutto, per Anna Fierling di Brecht, così è per Anna Capuano, la protagonista. Tra gli attori: lo stesso D’Ambrosio, Maria Rosaria Cafiero, Francesco Pirozzi e Francesca Riso. Rispetto all’idea del “teatro epico” detto anche dello straniamento, Pirozzi ha voluto dare una chiave registica totalmente diversa; ovvero, quella di portare in scena “la verità”, dare un cazzotto allo stomaco per chi assiste (come è solito fare). Il regista mescola così il teatro con il cinema e, in questo caso, ci sono alcuni momenti in cui l’opera sembra quasi un videoclip musicale. Gli attori (molti al debutto) abbandonano l’impostazione recitativa per dare vita ad una forma teatrale viscerale e fisica, fatta di sentimento e verità. Il testo è spietato, feroce e a tratti scurrile. Ma in «Mater» c’è ha anche un’altra dietrologia, quella della famiglia, dell’amore dei figli: Anna ama i suoi figli, purtroppo però impegna la sua vita a commerciare per vivere, senza capire che i figli hanno bisogno di cibarsi non solo di alimenti, ma anche di tanto amore per discernere il bene e il male. Lo spettacolo rientra nella rassegna artistica «Benvenuti al Rione Sanità», nata dalla sinergia tra la Fondazione di Comunità San Gennaro e l’attore Alessandro Siani. Di Giuliana Covella