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Bruno Vespa, la verità sulle dimissioni al Tg1: "Rimasi un anno senza lavoro, non potevo far vedere la faccia"

Gabriele Galluccio
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Bruno Vespa racconta aneddoti e curiosità a Marco Marra su La mia passione, andato in onda ieri 22 dicembre su Rai3. Il giornalista ideatore di Porta a Porta ha ricordato il periodo da direttore del Tg1, iniziato nell'estate del 1990: "Ho raccontato la sepoltura della Prima Repubblica e devo dire che non ho taciuto nulla, quella era la storia e quella si raccontava". Leggi anche: "La cena di Natale senza vino?": Vespa bacchetta il premier L'addio al Tg1, datato 7 febbraio 1993, è però arrivato in maniera turbolenta. "Vuoi che quando i moderati della Democrazia Cristiana perdono le elezioni, gli altri non si scoprano improvvisamente progressisti? Tutto il mondo è paese", ha commentato sarcasticamente Vespa. Il quale ha poi rivelato alcuni retroscena sulle dimissioni: "Commisi l'errore di dimettermi o comunque di farlo senza condizioni. Avrei potuto ottenere il mondo e non chiesi nulla, anzi mi fu ridotto persino lo stipendio". "Rimasi un anno senza lavoro - ha continuato - eppure quando nel '93 ci furono gli attentati a Roma fui il solo giornalista testimone. Ero insieme al Papa, a Scalfari ed a Parisi. Chiamai il nuovo direttore, Albino Longhi, con l'entusiasmo del giovane cronista e gli chiesi 'posso fare un servizio?'. Mi rispose di sì, a patto che non si vedesse la mia faccia. Questo era il clima".

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