Michael Moore, il regista che è diventato milionario attaccando il capitalismo

di Vezzani Flaviagiovedì 31 luglio 2014
Michael Moore, il regista che è diventato milionario attaccando il capitalismo
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Michael Moore per anni si è costruito questa immagine di simil Robin Hood: attaccava i ricchi e smascherava le loro malefatte per poi informare i poveri. I bersagli preferiti del regista premio Oscar sono sempre stati politici e capitalisti. Ferreo inquisitore del neo-liberismo, icona della sinistra no global e poi in realtà si scopre che è ultra milionario, con un patrimonio da 37 milioni di euro con tanto di condominio a New York e villone da un milione e mezzo di euro sulle rive del lago Torch in Michigan. La fortuna di Moore - A smascherare Moore sono stati i giornali inglesi Daily Telegraph e Daily Mail, che hanno pubblicato le carte della recente separazione, dopo 22 anni di matrimonio, tra il regista e la moglie Kathleen Glynn. Inutile dire che sembra che i due abbiano faticato a trovare un accordo sulla divisione dei beni. Che l'autore di Fahrenheit 9/11 non fosse un poveraccio era abbastanza ovvio, visto il successo che hanno avuto le sue pellicole, ma il pubblico non sembra voler accettare questa "triste" verità.  Con Fahrenheit 9/11 pretendeva di svelare la vera storia dell'attentato alle Torri Gemelle accusando Bush di avere avuto legami economici con Bin Laden, e di aver strumentalizzato la guerra in Iraq che, voluta dalle corporation del petrolio, avrebbe fruttato montagne di dollari sia a George che a Osama. Con Capitalism: A Love Story partiva dalla crisi dei mutui per calare la falce sul capitalismo, nemico della democrazia. Insomma, nell'immaginario collettivo Moore si configurava come un vero e proprio ribelle del sistema, di certo non come un regista ricco sfondato. Bisogna dargliene atto, Moore ha capito il segreto per il successo: criticare tutto e tutti, cosa che si si sa, paga sempre, e i guadagni di Michael lo confermano.