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Che tempo che fa, Luciana Littizzetto sconvolge Fazio: "La vag**a e il p**e". Ucraina, cosa va in onda

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Non è tempo di ridere. Luciana Littizzetto, nel monologo finale di Che tempo che fa - dove viene mandata in onda una vignetta con l'origine del mondo, ovvero una vagina, e l'origine della guerra, un pene - legge una lettera ai soldati russi costretti a combattere in Ucraina. Ragazzi giovani, come sottolinea la comica, pedine di una "partita a scacchi" che non avrebbero mai pensato di giocare.

 

 

"Caro Dimitri, caro Ivan, caro Oleg, caro Pavel, caro Yuri. E ci metto dentro anche un caro Vladimir, perché in tutta la Russia ci sarà anche un Vladimir normale", comincia la Littizzetto, "io non ti conosco, ma mi basta guardare la tua barbetta rada e la divisa troppo grande che in te rivedo mio figlio e tutti i nostri figli. Caro Boris, so che hai paura e ti senti perduto, ma sappi che tu non hai colpa. Hai 20 anni, ti hanno messo un fucile in mano e ti hanno mandato in un posto che non sai manco dov’è".

 

 

E ancora: "Ho compassione di te. Perché alla tua età, a 20 anni, caro Vanja, dovresti essere in giro con l’Erasmus, a stapparti ala birra con l’accendino e a limonare sulla Rambla" e "invece sei lì, col cuore nel fango. Condannato a essere un maschio dell’Ottocento che va a morire per la patria". "Caro Victor", prosegue la Littizzetto, "sappi che tutto questo non è colpa tua. La colpa è nostra, della generazione dei tuoi padri, quella che viene dal Novecento. Un secolo breve, ma bastardo come pochi. La colpa è nostra che ti abbiamo lasciato un mondo di me*** in cui i soldi e il profitto sono gli unici obiettivi che abbiamo". E conclude: "Caro Ivan voglio credere che tutto questo male finirà e ti renderà un uomo migliore. Migliore di noi, ci va anche poco", "non farti riempire la testa con questa retorica del ca*** e ricordati che c’è una terza via: non morire e starsene sul divano col gatto".

 

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