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Max Pezzali, l'affondo di Claudio Cecchetto: "Che persona è davvero"

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"In questo momento non penso più a Max Pezzali. Un autore indimenticabile, come persona diciamo che lo è un po’ meno": Claudio Cecchetto lo ha detto al Corriere della Sera. Intervistato in occasione del suo 71esimo compleanno, il dj ha annunciato di aver lanciato una nuova web radio, radiocecchetto.it: "Il futuro? Ho un sogno, che tutti, ma proprio tutti, aprano la loro radio personale sul web con l’indirizzo da scrivere sul biglietto da visita assieme all’indirizzo mail", ha confessato. E poi ha aggiunto: "Torno da dove sono partito ma con un format nuovo. Il web è la strada maestra. Sono nato dj e morirò dj".

 

 

 

Parlando del passato, Cecchetto ha rivelato: "Gli anni ottanta furono un decennio fondamentale, importante, imprescindibile per la musica. Lo dobbiamo all’Inghilterra che già da tempo dettava – musicalmente – legge. Uscivamo dagli anni settanta dove in Italia avevano dominato i cantautori, poi qualcosa cambiò con questa british invasion fatta di funk, elettronica e new wave. Gli anni novanta furono decisamente più dance. Io mi divertii molto producendo Jovanotti e gli 883". 

 

 

 

Proprio degli 883, ha detto che il loro singolo più entusiasmante fu "Hanno Ucciso l’Uomo ragno": "Cambiò la visione della musica popolare. 'Sei un mito' fu letteralmente una bomba atomica calata sulla musica popolare. Come mitico è il fraseggio musicale iniziale inventato da Pier Paolo Peroni. E le parole. Gli 883 mi piacevano perché parlavano di amore in maniera nuova all’epoca. Il sottofondo non era l’inflazionato ‘per conquistare lei’. Le canzoni degli 883 parlavano di vita e spiattellavano debolezze. Errato chiamarle ‘sfighe’, sono debolezze". 

 

 

 

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