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Prima della Scala, urlatore identificato dalla Digos: ecco perché

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"L’identificazione dei due spettatori presenti in galleria, avvenuta durante la Prima del Teatro alla Scala, è stata effettuata quale ordinaria modalità di controllo preventivo per garantire la sicurezza della rappresentazione": il chiarimento arriva dalla Questura di Milano. Ieri, infatti, un uomo è stato identificato dalla Digos dopo aver urlato "viva l'Italia antifascista" al termine dell'inno di Mameli e poco prima dell'inizio dello spettacolo, il "Don Carlo" di Giuseppe Verdi. La situazione ha subito sollevato le polemiche, soprattutto a sinistra. 

A mettere un punto, allora, ci ha pensato proprio la Questura di Milano. Che in una nota ha scritto: "L’iniziativa non è stata assolutamente determinata dal contenuto della frase pronunciata, ma dalle particolari circostanze, considerate le manifestazioni di dissenso poste in essere nel pomeriggio in città e la diretta televisiva dell’evento che avrebbe potuto essere di stimolo per iniziative finalizzate a turbarne il regolare svolgimento".  Il riferimento è alle proteste che ci sono state ieri fuori dal teatro. Piazza della Scala si è riempita delle bandiere più diverse: c'erano quelle della Cub, la Confederazione unitaria di base; quelle della Palestina e anche quelle ucraine. In piazza, infine, sono scesi anche movimenti per il diritto alla casa e i lavoratori dello spettacolo. "La conoscenza dell’identità delle persone ha consentito, infatti, di poter ritenere con certezza l’assenza di alcun rischio per l’evento", si legge infine nella nota.

 

 

 

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