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Napoli milionaria, lezione da Eduardo: cestinata la tv trash

Luca Beatrice
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Come a ogni Natale torna Eduardo e torna la televisione intelligente, a smentire la diceria degli italiani divisi in due, quelli della televisione spazzatura, gridata, sopra le righe e ifazisti a manifestare la loro superiorità intellettuale, quelli che sorridono a denti stretti, alludono, se la cantano e se la suonano sprezzando gli altri, ma proprio tutti.

Con Napoli milionaria! è tornato altresì lo spettacolo popolare di classe, che si lega a due tradizioni ancora fortemente radicate nella cultura italiana. La prima ha a che fare con il neorealismo, che magari sarà antico a dispetto del prefisso, eppure continua a esprimere quanto di meglio è stato prodotto nel nostro cinema, teatro e letteratura. Lo conferma il successo del film È ancora domani di Paola Cortellesi: la grana è ancora quella ereditata da Rossellini e De Sica, la fotografia in bianco e nero cita i grandi maestri italiani, così come le scenografie e i costumi. Napoli milionaria! fu scritta da Eduardo De Filippo nel 1945, lo stesso anno di Roma città aperta, poche settimane dopo debuttò al Teatro San Carlo di Napoli, nel 1950 ne fu tratto un film con la regia dello stesso Eduardo con Totò interprete e in televisione passò altre due volte, nel 1962 e nel 2011.

 


 

CELEBRE FRASE
La celebre frase “ha da passà ‘a nuttata” è divenuto un paradigma della saggezza e del fatalismo italico, d’altra parte noi siamo popolo di commedie, il senso tragico dell’esistenza ci appartiene poco o nulla, il registro espressivo in cui ci troviamo più a nostro agio è l’incrocio tra la grande storia, la Guerra, i bombardamenti, la liberazione degli Alleati, e le piccole storie della vita quotidiana, teatro privilegiato la famiglia italiana, luogo di affetti e di conflitti, di complicità e incomprensione, là dove tutto accade, almeno quando si parla di cultura italiana.
L’altro elemento che potrebbe spiegare il successo di Napoli milionaria! si lega alla fortunata tradizione del teatro in tv, che in particolare nei decenni di monopolio Rai vide i più importanti registi misurarsi con le trasposizioni per il piccolo schermo e le riprese degli spettacoli dal vivo.


Quanti ne abbiamo visti durante l’infanzia, Pirandello e Beckett, Goldoni e Alfieri, ma Eduardo ha sempre avuto un sapore particolare, il sapore del Natale che arriva, più degli altri autori dialettali Eduardo va oltre, è universale, tocca le corde dell’umanità, resta un maestro insuperabile che non teme il passare del tempo. E infatti i dati parlano chiaro: lunedì 18 dicembre la versione cinematografica di Napoli milionaria! su Rai1 è stato il programma più visto in prime time, con uno share del 22% che equivale all’incirca a 3.800.000 spettatori e questo dato fa davvero piacere perché significa che al pubblico se offri prodotti buoni la risposta non può che essere positiva e dunque bisognerebbe riflettere su casi del genere quando si costruiscono i palinsesti.


Diretto da Luca Miniero, interpretato da Massimiliano Gallo e Vanessa Scalera, il film in generale è piaciuto alla critica che ne ha sottolineato l’approccio emotivo, nonostante qualche libertà stilistica di tagliare i monologhi troppo da palco e di suggerire un finale contemporaneo perché Napoli è passato e presente, con le note di Pino Daniele che toccano le corde del cuore, perché Eduardo parla di oggi e anche di domani. Un testo del genere può interessare un pubblico giovane e appassionarlo a uno dei più grandi autori e attori del nostro teatro, la sfida sta anche qua.

LIEVE POLEMICA
Tralasciata qualche lieve polemica sui sottotitoli- giusto usarli oppure no, il dialetto partenopeo non sarà lingua universale ma l’eventuale mancanza di comprensione viene colmata dalla gestualità e dalla mimica facciale degli attori - Napoli milionaria!ha confermato ancora di più quanto Eduardo ci sia ancora necessario. Dopo Natale in casa Cupiello, Sabato, domenica e lunedì, Filumena Marturano un altro strepitoso successo. Del film e della Rai che recupera il ruolo di servizio pubblico, ciò che ci piace e che dovrebbe sempre essere così. 

 

 

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