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Stefano Skalkotos, protagonista con "LIFT": tutti i suoi segreti

Annamaria Piacentini
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È Stefano Skalkotos, l'attore italiano di origini greche scelto per il film “LIFT” di F. Gary Gray.  Un bel colpo per il regista che sul set ha ringraziato Stefano per aver recitato nel ruolo di un carabiniere italiano messo alla prova da bande di malfattori. La storia comincia da Venezia dove l'attore che, come nella vita si chiama Stefano, si occupa della tutela dei Beni Culturali. Accanto a lui c’è anche Gugu Mbatha-Raw. Nel desiderio di fare un buon lavoro e deprimere la delinquenza, porta il C.C.  ad essere determinante in una scena ad alta tensione. Un colpo spettacolare? Beh, non solo gli americani hanno coraggio. Le scene mozzafiato permettono di ricomporre il puzzle, perché gli italiani vogliono vincere.  Ne parliamo con l'attore. 

 Stefano, come si ritrova in questa indagine?

“Non in una situazione facile. Sono un carabiniere a caccia di ladri, in una Venezia splendida. Lavoro e collaboro con l'Interpol in questa indagine complicata che sorprende anche me”. 

 Aveva già partecipato a film internazionali, giusto?

“Sì, ho avuto questa fortuna. Il regista del film ha avuto la curiosità di scoprire attori come me che hanno sempre amato il cinema. Sono entrato in questa grande famiglia recitando con passione”. 

Recita in inglese?

“Sì, in un film straniero è più facile anche per noi”. 

 LIFT, è un film che la farà conoscere in molte parti del mondo. Questo cambierà la sua carriera?

“Ho 42 anni, ho fatto film, ho recitato a teatro che rimane una mia passione. Ora vediamo cosa accadrà in America. In Italia nulla è scontato, puoi fare un grande film e subito dopo uno mediocre che non ti fa crescere. Tutto dipende dal soggetto”. 

 Cinema a parte, qual è il suo prossimo obiettivo?

“Correre 42 kilometri di maratona ad Atene”. 

 Ah, però! Lei è anche un maratoneta?

“Sì, l'ho sempre fatto. Ma la corsa che prima non era considerata, è diventata un elemento importante. Presto correrò i 21 kilometri a Roma”. 

Complimenti! Teatro, cinema? Cosa sogna Stefano?

“Il teatro è la mia prima casa e continuo a farlo, ma non è un gioco. Oggi in molti pensano che sia facile, ma non è così. A 22 anni ero in Accademia, e ho studiato per arrivare fino qui. Ho recitato in due ruoli importanti: il primo in Galileo, il secondo ne Il Mercante di Venezia. Parte da lì il vero valore che ti spinge a recitare, ad amare ciò che fai. Anche per il cinema devi avere passione e se accetti di farlo e attendi quel ruolo forte e decisivo, la tua carriera cambia”.

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