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Sandra Milo, il giorno più difficile a Venezia: "Canina Canini"

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Addio a un mito, a un pezzo di storia italiana: Sandra Milo ci ha lasciato a 90 anni. Se ne è andata la mitica "Sandrocchia", così come la aveva soprannominata Federico Fellini, del quale fu musa e ispiratrice. Muore una delle attrici più celebri, popolari e iconiche del cinema italiano.

Una lunghissima carriera, costellata da indimenticabili successi e regie d'eccezione, da Roberto Rossellini a Sergio Corbucci, da Dino Risi ad Antonio Pietrangeli, fino a Gabriele Salvatore e Duccio Tessari. Senza scordare, ovviamente, Fellini.

Ma nella sua carriera ci fu anche un clamoroso insuccesso, in un ruolo drammatico che aveva tratteggiato per lei da Rossellini. Siamo nel 1961, quando al Festival di Venezia venne presentato Vanina Vanini, un'appassionata e ingenua eroina interpretata, appunto, dalla Milo.

E fu quel ruolo a costarle una delle poche stroncature in carriera. Vanina Vanini, tratto dal racconto di Stendhal, fu bocciato in modo netto dalla critica, in particolare fu bocciata l'interpretazione della diva, che fu definita facendo il verso al titolo del film "canina canini".

 

Un episodio tra infiniti successi e altrettanti film d'autore. Si pensi che a Venezia si presentò anche nel 1959 con Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini (Leone d'oro ex-aequo con La grande guerra di Mario Monicelli); nel 1960 con Adua e le compagne di Antonio Pietrangeli; nel 1964 con La donna è una cosa meravigliosa di Mauro Bolognini; nel 1965 con Giulietta degli spiriti di Federico Fellini; nel 1982 con Grog di Francesco Laudadio.

 

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