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Quarta Repubblica, Paolo Mieli e i violenti in piazza: "Faranno di peggio"

di Roberto Tortora martedì 5 marzo 2024

2' di lettura

A Quarta Repubblica si discute ancora dei drammatici fatti di Pisa, con gli studenti a manifestare in solidarietà con la Palestina e le forze dell’ordine che hanno represso il corteo con la forza e, purtroppo, i manganelli. Le polemiche, parimenti violente, scatenatesi nei giorni successivi hanno avuto anche un effetto politico, con le elezioni in Sardegna vinte sul filo di lana (1600 voti appena) dalla candidata di centrosinistra, Alessandra Todde. Tra gli ospiti di Nicola Porro, in studio, c’è Deborah Serracchiani, responsabile nazionale di giustizia del PD, che biasima l’accaduto: “Concordiamo che reagire ad uno sputo con una manganellata è sproporzionato? La violenza va sempre condannata e le immagini di Pisa sono chiare, poi abbiamo condannato le immagini di Torino, non si possono strumentalizzare le forze dell’ordine”.

A questa considerazione reagisce, in maniera opposta, Pasquale Griesi, segretario del sindacato della Polizia di Stato che non ci sta ad etichettare negativamente gli agenti tout-court: “Qui stiamo raccogliendo i frutti dei cattivi maestri, in questi giorni siamo stati delegittimati. Siete d’accordo che sia legale sputare ai poliziotti o sfondare un cordone di polizia? Se diamo così fastidio ce ne stiamo a casa”.

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Chiude il cerchio, infine, il giornalista e scrittore Paolo Mieli, che sveste da qualsiasi colore politico gli episodi accaduti a Pisa e che, nella storia del nostro Paese, si sono ripetuti ciclicamente: “Ci saranno sempre gruppi di destra e di sinistra e questi faranno risse, se ci va bene saranno come quelle a Torino, se ci va male riusciranno ad infilarsi nelle grandi manifestazioni e faranno peggio”. Su X un’utente concorda con Mieli e commenta così, sotto la pagina di Quarta Repubblica: “Purtroppo è vero, c'è gente che va apposta a far casino. È inevitabile”. Un altro, infine, chiede: “Sono solo ragazzi che non vedono l'ora di fare a botte purtroppo.... ma le famiglie dove sono?”.

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